le donne di Zena, di Daniela Domenici, recensione di Marinella Grosso
Sono tante le storie che “Le donne di Zena” racchiude al suo interno, ma l’autrice non le ha semplicemente raccolte: mentre le pagine scorrono leggere, il testo porta con sé tutto il valore che possiede la ricerca del femminile al femminile. Una originalissima idea che restituisce dignità alle poche donne che hanno lasciato una traccia nella storia della città e nello stesso tempo rimanda, senza nominarle, alle tantissime che, nel silenzio, hanno vissuto e condiviso un mondo che per secoli le ha confinate in una dimensione subalterna.
I personaggi di cui si parla raccontano le strade percorse attraverso il tempo, alla ricerca della libertà. Matrimoni imposti, monacazioni forzate, figure maschili dominanti, percorsi di formazione basati sulle tipiche competenze femminili fanno da sfondo alla prima parte del libro per poi lasciare finalmente spazio ad altro: impegno risorgimentale, studi universitari, affermazioni in campo scientifico, partecipazione alla lotta di Liberazione, impegno nel giornalismo, nella causa femminista, nella politica e realizzazione nel mondo della cultura, delle arti, dello spettacolo e dello sport. Nel ritratto di alcune, la storia di tutte.