il sorriso del mondo, di Loredana De Vita

The World’s Smile – Writing Is Testifying

Cercavo, stamattina, il sorriso del mondo.
Lo cercavo nelle ultime stelle e nella luna fioca e timida che stentava ma insisteva a mostrarsi ancora nella luce sempre più vorace e calda di quel sole dominatore.
Cercavo ovunque il sorriso del mondo, nei fiori sbocciati sui balconi e in quelli ancora chiusi che alimentano la speranza; lo cercavo nel pigolio degli uccellini affamati e nel cinguettio festoso degli uccelli che portavano loro il cibo.
Quei sorrisi non mi bastavano e continuavo a cercare il sorriso del mondo, con affanno, ovunque il mio sguardo potesse posarsi, tra le cose naturali e vitali e anche tra gli oggetti immobili e abbandonati… un cane al passeggio col suo padrone o la bambola di pezza senza braccia che fa capolino tra i resti della spazzatura mal raccolta.
Così, anche il rombo del motore di un’auto che si allontana diventava per me motivo e angustia del mio cercare. Motivo, per la consapevolezza che se su quell’auto c’era il sorriso che cercavo, io non lo avevo colto anche se ero consapevole comunque che una vita cominciava il suo percorso quotidiano e speravo che trovasse il suo sorriso; angustia, poiché se un sorriso c’era, di certo era sfuggito al mio sguardo e non ne avevo colto la bellezza.
Allora, la mia attenzione ha cominciato a spostarsi sui suoni del risveglio nelle case fino a quel momento silenziose e scarne. Il beep di una sveglia che richiama al dovere routinario, o la voce calma di una donna e di un uomo che si confidano al mattino i sogni della sera; e poi, il respiro tranquillo di un bambino che riposa ancora, così in contrasto con la voce falsata dagli altoparlanti neutri di un televisore. C’era anche la voce di una madre che invitava il figlio ad alzarsi per andare a scuola o il clangore delle prime saracinesche dei ristori mattutini (bar, pasticcerie,) che accolgono tra aromi invitanti i primi avventori che risvegliano quel circuito di dare e avere, di buongiorno arrivederci e grazie che più volte nel corso del giorno faranno il loro apparire tra i profumi e i sapori diletti di chi si può nutrire anche se in tanti sono quelli che restano solo a guardare e a sperare.
Ovunque ho cercato quel sorriso, temendo persino che dal mondo fosse sparito, troppo costretto dalle consuetudini e dalle vicissitudini quotidiane e individuali a spegnersi nei gesti ripetuti a memoria, senza forza, coraggio, desiderio di essere e trovare un sorriso in più.
Eppure, la certezza di quel tutto che si muove spesso sprecando le proprie energie in cose effimere e rincorrendo beni che non sono il bene, mi ha dato la certezza del risveglio della vita che in tanti modi diversi riprende a fare luce sul tempo, o anche appena a trascinarsi nell’attesa che qualcosa comunque si compia.
È stato allora che il mio sguardo si è fermato sull’immagine riflessa nel vetro della finestra; è la mia immagine, è mio quello sguardo curioso e inquieto assieme che cerca ovunque il senso di ogni voce e ogni volto.
I miei occhi sono vivaci, a tratti sinceramente preoccupati per il vuoto intorno che non possono colmare, ma anche pieni di luce e di attesa e di energia affinché quel cercare affannoso il respiro e il sorriso del mondo non si esaurisca mai e mai smetta quello sguardo, mai smetta di credere nell’esistenza di un sorriso.
Ecco, l’ho trovato!
È nel mio sguardo il sorriso del mondo, è nella sua carezza tenera che approva e incoraggia, sostiene e stimola le persone nel tempo a dare forma e struttura al proprio sorriso affinché di esso si illumini lo sguardo del mondo.
È nel mio sguardo il sorriso del mondo che, grato, invoca di non essere dimenticato e di trovare in altri sguardi la stessa luce di perseveranza e il coraggio di costruire speranza e certezza di libertà.