Sangue sul Chianti, di Michele Giuttari, Fratelli Frilli editori, recensione di Daniela Domenici
Otto anni fa quando ancora vivevo a Firenze ho “incontrato”, seppur virtualmente, per la prima volta Michele Giuttari con il suo “Le rose nere di Firenze”
e l’ho “ritrovato” qui a Genova con “Sangue sul Chianti” appena edito da Fratelli Frilli.
Ho riletto la mia recensione fiorentina subito dopo aver divorato e concluso “Sangue sul Chianti” e vorrei ripetere esattamente gli stessi complimenti tributatigli otto anni fa a cui ne aggiungerò altri.
Come appassionata lettrice e recensora di gialli ormai da anni ho notato in Giuttari una cifra distintiva che lo caratterizza e che gli deriva, quasi sicuramente, dall’essere stato Capo della Squadra Mobile di Firenze: la spiegazione, con termini giuridici, di ogni atto giuridico, di ciascuna iniziativa, dei vari ruoli istituzionali e dei loro ambiti, insomma, in una parola, ci fa entrare dentro quel mondo composito che gravita intorno al commissario Ferrara e al suo vice Rizzo. Complimenti e grazie per queste spiegazioni che in genere vengono date per scontate.
Come ho detto nella mia precedente recensione complimenti, da parte di una siculo-toscana come l’autore, per come rende Firenze una splendida protagonista; complimenti anche per non aver utilizzato l’escamotage dei flashback temporali che spesso rendono difficoltoso seguire l’intreccio degli eventi e per i capitoli brevissimi, come flash, che rendono la lettura così agevole da far volare le sue 467 pagine.
Ancora un complimento per la perfetta caratterizzazione psicologica dei/lle tantissimi/e protagonisti/e, ognuno/a di loro emerge come un unicum: bravo!