Tutte le parole del mondo, di Maria L. Zante, recensione di Daniela Domenici
Questo ebook mi ha “chiamato” tra i gratuiti di Amazon ed è stato innamoramento istantaneo come non mi capitava da tempo. L’ho divorato in un soffio e voglio parlarvene.
La protagonista di questa originalissima e distopica fiaba moderna è una ragazzina, Mia, che frequenta la terza media e che si trova a vivere in un periodo storico del futuro in cui lentamente sempre più parole non si possono più pronunciare perché vengono…comprate e hanno quindi il diritto d’autore…ma su questo non vi dico altro, immergetevi nella magia della storia e scoprirete chi è Liam, l’amico del cuore di Mia, il suo papà, i genitori di Mia, le compagne di classe, la Valle degli Esclusi e tanto altro in un crescendo di emozioni straordinariamente descritte dall’autrice.
Vorrei citare tanti paragrafi del libro, eccone uno “perché l’uomo ha creato il linguaggio? Io credo che le parole siano nate contro la paura. Infatti, quando diamo un nome a qualcosa, quella cosa diventa per noi familiare. Diamo nomi al mondo per diventare amici di quel mondo. Per questo, appena nasce un bambino, la prima cosa che si fa è dargli un nome. Il suo nome lo rende un essere umano tra gli esseri umani. Le parole ci permettono di dare una misura umana a cose immense come la vita, come la morte o l’amicizia. La paura diventa tanto più grande quanto meno riusciamo a nominare qualcosa”
E concludo con queste splendide riflessioni che l’autrice fa dire a Mia a conclusione della storia “Avere un sogno non è una cosa da poco, anzi, avere un sogno salva la vita, salva la vita anche se la vita la si perde. Il sogno di Liam era semplice: voleva che tutti tornassero a usare le parole. In quest’ultimo periodo ho conosciuto tante persone e ho capito tante cose. La prima cosa è che la lingua è fondamentale. La lingua è il primo elemento che ci rende umani… La seconda cosa che ho capito è che senza lingua avremo sempre nella paura… La terza cosa che ho capito è che la lingua è unione…Lingua significa che possiamo ancora sederci in cerchio e parlare di noi stessi, che possiamo condividere qualcosa anche se non ci conosciamo. La lingua è il nostro contatto con il mondo, con gli altri. La lingua è anche silenzio, è un gesto d’amore, di interesse, di amicizia. Le parole possono salvarci la vita. Un grazie, un ti voglio bene, un ti amo, possono risollevare le sorti dell’uomo o della donna che le pronunciano”
PS: Vorrei suggerire a colleghe e colleghi di adottare questo splendido libro nelle loro classi, soprattutto alle medie ma anche alle superiori.