confidenze, riflessione di Daniela Domenici
I sei mesi e mezzo della mia convalescenza mi avevano portato verso uno stato di inizio depressione perché non mi sentivo più in grado di fare la docente, di tornare in mezzo alla gente, di interloquire con colleghe e colleghi, di gestire le classi.
Oggi dopo quarantacinque giorni che sono rientrata nel mondo scolastico devo ammettere che aveva ragione la mia splendida supplente quando mi diceva, per stimolarmi a reagire, “è come andare in bicicletta…”; oggi ho avuto l’ennesima conferma che la mia capacità, il mio dono divino, di diventare la confidente di ragazze e ragazzi è rimasta intatta, fa parte del mio DNA, e per questo sono felice di essere rientrata anche se ancora faccio fatica con il mio piede che dopo otto mesi stenta a guarire.
Non si può neanche lontanamente immaginare, se non ci sei dentro e se non te lo confidano, quanti dolori, quanti disagi, quante tragedie familiari vivano questi/e nostri/e adolescenti che si sono aggravate/i con il lockdown del 2020; cerco di non commuovermi quando mi fanno l’onore di raccontarmeli/e in privato ma il mio cuore di madre e di docente piange in silenzio e vorrebbe poter essere di qualche aiuto oltre ad ascoltarli/e.