le 21 Madri costituenti, di Ester Rizzo

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All’Assemblea Costituente, nel 1946, furono elette anche 21 donne. Si ricordano sempre, nelle ricorrenze ufficiali, i Padri della Costituzione ma si dimenticano le Madri. Tra i loro nomi sicuramente noti quelli di Nilde Iotti, Angelina Merlin, Teresa Mattei. Ma le altre, che pur contribuirono in modo determinante alla stesura della Costituzione ed all’emanazione di leggi importantissime per il nostro Paese, chi le conosce?

A ridosso del 2 Giugno, “Festa della Repubblica”, è doveroso ricordarle anche se sinteticamente.

Le 21 madri erano diverse fra loro per esperienza, ceto sociale, età ed appartenenza partitica. Delle elette nove erano comuniste, nove democristiane, due socialiste e Ottavia Penna Buscemi del partito del Fronte dell’Uomo Qualunque.

Tra le meno note Elisabetta Conci, nata a Trento nel 1915, in seno ad una famiglia molto religiosa. Viene ricordata come “La pasionaria bianca” per il suo forte attaccamento al partito della Democrazia Cristiana. Frequentò il liceo con ottimi profitti ed in seguito si iscrisse alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Vienna e completò gli studi universitari all’Università di Roma. In quegli anni diventò presidente della sezione romana della FUCI ( federazione universitaria cattolica italiana). Dopo aver insegnato per un decennio, venne iscritta al Fascio femminile di Trento ma Elsa (così la chiamavano) criticava aspramente ed apertamente il governo fascista, le leggi razziali e l’entrata dell’Italia in guerra.

Durante il conflitto non smise mai di insegnare, prestando gratuitamente assistenza scolastica a tanti e tante analfabete. Non si sposò mai ma fondò una famiglia-comunità accogliendo tanti orfani e diventandone una figura di riferimento importante. Offrì loro vitto e alloggio nella villetta in cui risiedeva.

La ricordano come una donna dalla grande generosità e dal forte spirito di altruismo. Quando fu eletta nella Costituente fu seconda, nelle preferenze, solo ad Alcide De Gasperi e si conquistò il rispetto e l’apprezzamento di tutti, anche degli avversari politici. Troviamo la sua firma in 80 progetti di legge (come prima firmataria in 24) di cui ben 70 divennero leggi. Fu una forte sostenitrice dell’ideale europeistico e nel 1955 collaborò intensamente alla Fondazione dell’Unione Femminile Europea. La sua attività politica si protrae fino al 1965 ma sempre quell’anno fu costretta a dimettersi a causa di una malattia che la portò alla morte nello stesso anno.

Era invece comunista Angiola Minella e giovanissima, a soli 26 anni, venne eletta all’Assemblea Costituente. A dodici anni era rimasta orfana di padre a causa di un attentato fascista. Frequentò il Liceo “D’Azeglio” di Torino e avrebbe voluto intraprendere gli studi universitari in Medicina ma la madre si oppose a questa sua aspirazione e alla fine si laureò in Lettere e Filosofia. Nel 1943 diventò crocerossina e l’anno dopo aderì alla Resistenza.

E’ a lei che si deve l’obbligo della vaccinazione antipolio. Così si espresse in una seduta parlamentare: “ Non si scherza con la vita dei bambini: finchè non esisteva mezzo alcuno di difesa contro questo grave flagello, non rimaneva altro che rassegnarsi, ma oggi che la scienza e la tecnica hanno approntato mezzi idonei se non a debellare del tutto il male, quanto meno ad arginarlo, sarebbe delittuoso trascurare anche la minima possibilità”

Presentò inoltre numerose proposte di legge sui temi della maternità, dell’istruzione, della tutela dell’ambiente e delle norme di sicurezza sul lavoro. Nel 1974 presentò il disegno di legge che, oggi, riconosce ufficialmente le associazioni dei donatori di sangue e che stabilisce i criteri di raccolta e di donazione. Angiola Minnella è stata anche dirigente dell’UDI ( Unione Donne italiane) ed è stata insignita dell’onorificenza della Croce di Guerra come partigiana.

Sulle pagine di Malgradotutto continueremo a raccontare le altre Madri Costituenti per cercare di sottrarle al “deserto biografico” in cui sono state relegate

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