Intrighi e morte sull’Adda, di Antonio G. D’Errico, Fratelli Frilli 2022, recensione di Daniela Domenici

È il primo libro che leggo di questo autore che, cito dalla sua biografia, ama spaziare in vari campi dalla poesia alla sceneggiatura e al saggio.

Quest’opera è più un romanzo psicologico caratterizzato da intrighi e misteri che un vero e proprio giallo; il commissario Albani si trova a dover indagare su una persona trovata morta nei sotterranei di un liceo per poi archiviare questo episodio, almeno apparentemente, e dedicarsi ad ascoltare, capire e a supportare, in vari momenti alquanto difficoltosi, le principali protagoniste di questo romanzo, Sharika e Caterina, due studentesse di quel liceo in cui insegna religione il prof. Bonfanti, la voce narrante della storia e padre di Caterina. C’è anche un giovane protagonista maschile, Nicola, che è il perno attorno a cui ruota tutta la storia, e la terza amica del cuore, Lara, che è anche cugina di Sharika.

La narrazione è caratterizzata da paragrafi molto lunghi e con un linguaggio poetico che rende questa storia, come detto inizialmente, un romanzo psicologico e introspettivo sul mondo della scuola, dell’adolescenza, dei rapporti interpersonali, della fede e dell’amicizia.

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