L’ubriaco e altre prose inedite, di Charles-Louis Philippe, a cura di Stefano Serri, Via del Vento edizioni 2022, recensione di Daniela Domenici
La casa editrice pistoiese Via del Vento mi ha proposto in lettura, ancora una volta, uno dei suoi libriccini gioiello della collana “ocra gialla – testi inediti e rari del Novecento”; questo è stato tradotto e curato, con la ormai nota professionalità, da Stefano Serri che è un esperto di letteratura francese e che ho già avuto il piacere di recensire per Gide e prima ancora Giraudoux.
Sono sei racconti brevi, raccolti per la prima volta in volume in Italia, che vennero pubblicati su “Le Matin” tra il 1908 e il 1909. Philippe era già famoso per i due romanzi “Bubu di Montparnasse” nel 1901 e per “Croquignole” nel 1906. Queste piccole storie sono dei piccoli bijoux perché venati di un’ironia molto particolare, spiazzante, in cui i momenti macabri o tristi vengono sdrammatizzati forse perché, come sottolinea Serri nella sua perfetta e arricchente postfazione, essendo Philippe un uomo non molto alto questa sua statura minima “faceva quasi sentire in difetto chi gli era accanto…e gli ha permesso di vedere cose che sfuggono ai più, di sentire odori che stagnano in basso, di meglio intuire la grana delle strade e sbirciare nelle tasche degli adulti, nelle orecchie dei bambini”. E infatti questi sei deliziosi racconti “si giocano, in gran parte, su un punto di vista inedito posato su dettagli di eventi quotidiani” che alla maggior parte di noi spesso sfuggono ma su cui Philippe appunta il suo sguardo così attento e particolare: complimenti!