la tasca sul cuore, di Chiara Forlani, recensione di Daniela Domenici
E’ la prima opera che leggo di Chiara Forlani, artista, docente e scrittrice ferrarese, e mi ha affascinato e commosso.
In primis per l’accurata ricostruzione storica della vicenda di una famiglia e dei luoghi particolari in cui ha vissuto anche grazie ai tanti documenti che l’autrice ha inserito all’interno del suo libro per una maggiore veridicità. Ecco le parole di Forlani nelle note finali “da molti anni le vicende narrate ne “La tasca sul cuore premevano dentro di me per essere scritte. Era una vera necessità ma sulla mia testa incombeva uno scoglio insormontabile: troppa storia, troppi sentimenti, troppa intensità” ma alla fine ce l’ha fatta e nell’estate del 2016 ha iniziato a narrarla “per rendere gli eventi più coinvolgenti ho dovuto lavorare di fantasia ma ho avuto la fortuna di poter consultare dal vero tutti i documenti sui quali si basa il racconto”. La sua grande fantasia è la cifra distintiva di questo libro emozionante in cui due donne, Ottavia e la nuora Margherita, partono, nel 1936, per il Brasile all’avventura per avere notizia di uno dei figli, Filippo, che era andato là ma di cui non si è saputo più niente. Un’altra donna, Luna, nel 2016, sotto cui si nasconde l’autrice, riuscirà a ricostruire questo incredibile viaggio con un’appassionata empatia per queste bisavole così straordinarie: complimenti di vero cuore!
Come dice ancora Forlani “è una storia di valori dove le donne sono protagoniste coraggiose e compiono un’impresa incredibile alla ricerca degli affetti perduti” chissà quanti/e di noi ci sarebbero riusciti/e!