fatti reali immaginari, di Adriana Tasin, recensione di Loredana De Vita
https://writingistestifying.com/2023/02/26/adriana-tasin-fatti-reali-immaginari/
È proprio vero, la Poesia non fossilizza la Storia, ma ne disegna e rappresenta la forma interiore.
Mi accingo ad esprimere un mio pensiero sulla raccolta di poesie di Adriana Tasin, “Fatti reali immaginari” (Arcipelago Itaca, 2022) con lo sguardo di chi mantiene un punto di osservazione sulla Storia e la vita e non con l’esperienza del poeta che non sono.
Questa silloge della Tasin, impiegando lo strumento poetico, infatti, racconta di eventi reali, drammatici, dovuti all’abbandono dell’Umano per inseguire il sogno di poteri che rendono l’esistenza sprecata infangando la vita delle vittime della violenza del proprio desiderio.
È così che si può spiegare la prima parte del titolo, “Fatti reali (…)”, ma, poiché la realtà si fonde spesso con memorie sconosciute che l’osservatore attento può solo immaginare, ecco anche il valore di quella seconda aggettivazione del titolo “(…) immaginari” che rende l’ossimoro non una contraddizione o un contrasto, ma la forma della verità.
Il libro, diviso in due parti -Tempo variabile, Diario di Julia- proietta il lettore, in una tragica dimensione poetica in cui l’innocenza violata, la guerra, le catastrofi naturali, il silenzio dei responsabili, la speranza di raggiungere e oltrepassare nuovi orizzonti nella propria esistenza, si fanno voce unica e richiamo al significato della memoria costruttiva.
Una memoria, cioè, che sia segno e che insegni a ciascuno qualcosa di sé stesso, così come la Storia dovrebbe fare.
Grazie al “ricordare”, infatti, si può “immaginare” un orizzonte, come suggerisce la poeta e trovo che la Storia, narrata in versi, trafigga il cuore poiché racchiude in sé realtà ed emozioni, memorie ed immagini, realtà e immaginario.
La Tasin sembra essere riuscita a rappresentare quel circuito in cui ogni cosa ritorna al suo primo attimo, la vita e la morte sono legate indissolubilmente da quell’oceano di senso (o dal suo vuoto) che caratterizza le scelte degli individui poiché, ci dice l’autrice in “Parole urgenti”, “(…) resistere e così esistere”.
L’Uomo è afflitto da “sordità mentale” e “cecità di cuore” (in “Imbuto della dimenticanza”), poiché vive prossimo alle tragedie senza avvedersene e persino “(…) noi/giovani rivoluzionari/ di fronte a tanto vacillamento/ ci siamo messi a pregare” (in “Tempo rivoluzionario”). Non ci resta che la “voce” affinché sia “bandiera” e non si debba più seppellire “destini incompiuti” poiché “terra per la misericordia chiede” (in “Cullata morte”).
Potrei continuare a narrare delle emozioni che mi ha suscitato questo libro, ma è giusto che chi lo legga ascolti le proprie emozioni. Aggiungo solo che l’espediente della narrazione in prima persona degli eventi cui si fa riferimento nell’intera silloge (le guerre, gli atti di terrorismo, i naufragi dei miseri e quello dei potenti) imprigiona il lettore nel tempo della narrazione facendolo sentire parte, vittima o carnefice, questa è una scelta: la scelta, direi.
Adriana Tasin, “Fatti reali immaginari” (Arcipelago Itaca, 2022), un libro che merita.