Trenta giorni e 100 lire, di Ester Rizzo, Navarra editore 2023, recensione di Daniela Domenici
La giornalista e scrittrice siciliana Ester Rizzo è da tempo una presenza importante nel mio sito
https://danielaedintorni.com/category/ester-rizzo/
la sua opera più recente, edita come sempre da Navarra, è “Trenta giorni e 100 lire” che è uno splendido romanzo, che si legge in un soffio ed è basato sulle sue ricerche archivistiche che “aprendo lo sguardo su questo mondo, invita a riflettere sul valore di saper osservare, sentire, comprendere, andare oltre il dato. L’Autrice ci mostra quel lato emotivo e intimo degli archivi, attraverso il quale elenchi di fatti, di nomi, di circostanze tornano ad essere vite e persone cui ridare voce. Una dimensione, questa, che li rende luoghi di incontro dove si ridefinisce e trova senso il valore della memoria, nel rapporto tra generazioni, passato, presente e futuro. Ed è proprio il valore dell’incontro che accomuna le storie delle protagoniste del romanzo Trenta giorni e 100 lire” come dice Rossana Florio nella sua perfetta prefazione. E più oltre “Le protagoniste, di fronte ad un cambiamento subito e generato dall’evento tragico della guerra, scelgono di non piegarsi e di avere coraggio, quel coraggio dell’azione che nasce dal cuore, dove risiede la loro vera forza. Perché è con il cuore, con quel sottile sentire oltre le parole e oltre gli sguardi, che sapranno sanno superare le distanze, anche quelle sociali, e procedere unite verso un atto di eroismo: la protesta”
Sì, perché queste donne straordinarie durante la prima guerra mondiale provarono a protestare in modo non violento contro quel conflitto che portava via i loro padri, mariti e figli. In particolare Rizzo ci racconta le proteste delle donne di Palma di Montechiaro, Campobello di Licata e Ravanusa, due città in provincia di Agrigento, che riuscirono a coalizzarsi e a marciare, più di una volta, verso il municipio per rivendicare i loro diritti anche a costo di essere rinchiuse per un mese, i trenta giorni del titolo, e a pagare un’ammenda di cento lire, ma la damnatio memoriae ha sepolto queste loro azioni nel silenzio.
E ancora una volta Rizzo è riuscita a restituire, con la sua ormai nota caparbia ostinazione e il suo amore per le ricerche d’archivio, “la dignità ad una memoria che la storia aveva cancellato” come ha fatto con tutti i suoi libri precedenti.