accadde…oggi: nel 1881 nasce Amalia Guglielminetti, di Francesco Damiano Desantis

https://www.harpersbazaar.com/it/cultura/costume/a42740812/amalia-guglielminetti-biografia-vita/

“Aspetto l’unica poetessa che abbia oggi l’Italia”: sembra che Gabriele D’Annunzio annunciasse con queste parole l’arrivo all’Hotel Europa di Amalia Guglielminetti, nell’inverno del 1912 a Torino. Autrice di versi, scrittrice d’avanguardia, giornalista, Guglielminetti ha saputo abilmente fondere realtà e finzione tanto nelle sue opere quanto nella vita, creando un personaggio in grado di muoversi con leggerezza negli ambienti culturali e in quelli più mondani dell’epoca nella città sabauda. Raccolte come Le vergini folli e Le seduzioni hanno rapidamente conquistato la critica e il pubblico a partire dal 1907; il tema della seduzione e delle passioni, la figura della femme fatale e i rischi dell’amore caratterizzano le composizioni di Amalia, che ha saputo dare un’impronta personale a un immaginario romantico e simbolista già molto presente nella poesia del primo Novecento.

Nata nel 1881 in una famiglia borghese che sopporta malvolentieri il suo talento per la scrittura, Amalia ha la fortuna di vivere la Torino della Belle Époque. La città a cavallo del secolo evolve rapidamente, con il progresso tecnologico che va di pari passo con l’arte: il liberty torinese conquista per la ricchezza dei suoi dettagli floreali, i tram portano al parco del Valentino e i caffè ricordano Parigi; in questa nuova città italiana, gli intellettuali si riuniscono e formano movimenti come i crepuscolari di Guido Gozzano, Sergio Corazzini e Corrado Govoni. Anche Amalia Guglielminetti comincia a frequentare nel 1903, a poco più di vent’anni, i circoli di cultura e gli ambienti mondani del capoluogo d’Italia con più donne laureate. Voci di giovinezza inaugura la sua carriera, estratti da Le vergini e le opere successive appaiono su quotidiani come “La Stampa”: gli anni Dieci sono un periodo di successi letterari, viaggi a Parigi e grandi soddisfazioni.

Divina, Lady Medusa, Penelope e Aracne sono alcuni degli pseudonimi che la poetessa adotta per firmare i suoi versi: tutti restituiscono la sua volontà di rimanere indipendente dai vincoli della società e da ogni conformismo. Lo testimonia il gran numero di amanti di Guglielminetti, che sempre rivendicherà di essere “signorina” ed eccentrica. Anche un bohemièn come Gozzano ne è attratto a tal punto da considerarla non solo un’amica e compagna, ma anche una fonte inesauribile di ispirazione creativa. Tutto di Amalia Guglielminetti attrae l’intellettuale, che si lancia in una corrispondenza continua con lei negli anni della giovinezza, a partire dal loro incontro alla Società letteraria fino alla sua morte nel 1916; ironia della sorte, sarà la relazione con un altro poeta maledetto a rovinare Guglielminetti. Nel 1925, la fine della liaison con Pitigrilli – nome d’arte di Dino Segre, di dodici anni più giovane – provoca un caso mediatico che pian piano fa sprofondare nel dimenticatoio Guglielminetti, vittima di un “disastro irreversibile” che dura fino ai giorni nostri.

Pubblicità