la ragazza dello Sputnik, di Haruki Murakami, recensione di Loredana De Vita

Haruki Murakami: La ragazza dello Sputnik

“La ragazza dello Sputnik” (Einaudi, 2013) è un romanzo di Haruki Murakami che suscita emozioni anche contrastanti e che, ancora una volta, indaga la realtà e l’irrealtà, l’esistenza di mondi paralleli che rappresentano le emozioni, i sentimenti, i desideri e le passioni anche opposte di cui ogni essere umano è colmo.
Ancora una volta, in un modo che potrebbe apparire quasi magico, il lettore è trascinato nel romanzo, ne diventa parte e dividersene è difficile. Ancora una volta, i personaggi ci corrispondono, come se fossero sfaccettature diverse della stessa persona che cerca di ricongiungersi con l’essenza di sé spesso senza ruscirci, come capita nella realtà, ma altre volte riuscendoci nella capacità di superare l’ovvietà e lasciarsi afferrare dal senso e dal significato profondo di ogni pensiero, scelta, azione rivelata dalle parole. Ancora una volta, l’assenza di nome per uno dei tre protagonisti che diventa non solo la voce narrante ma anche quella sognante, quella che riesce a ricomporre e comprendere i pezzi dell’esistenza propria e dell’altro, tale assenza di nome, dunque, rende possibile un processo di immedesimazione che lascia libero il lettore di essere lui quella voce oppure di negarla, ma sempre rimanendole legittimamente legato. Ancora una volta il titolo rappresenta un significato non casuale, ma permeato di riflessi della storia e anche dei desideri repressi e abbandonati che non possono essere realizzati ma restano puro sogno (la ragazza dello Sputnik, infatti, è frutto di un equivoco nel dialogo tra le due protagoniste, l’una appassionata di Kerouac appartenente alla beat generation e l’altra che confonde tale gruppo di letterati con la parola Sputnik che oltre a essere la sonda inviata nello spazio dai russi significa in russo “compagno di viaggio”… chi leggerà il romanzo comprenderà quanto significativo sia questo titolo).
Tre sono i protagonosti di questo romanzo che potremmo definire una storia d’amore triangolare: Sumire è una giovane donna appassionata di letteratura che vorrebbe diventare scrittrice e che si innamora di Myu, una donna adulta che rivelerà un passato sconvolgente e che prova amore verso Sumire, ma non la desidera. Infine, c’è il narratore, giovane maestro che si innamora di Sumire, ma che non è ricambiato nel senso del desiderio e che, quando consoce Myu, prova verso di lei desiderio fisico ma non amore.
L’autore crea una narrazione personale per ciascuno di questi tre protagonisti e li rende più interessanti, più vicini, ma le loro storie personali saranno la ragione dell’irresolutezza dei sentimenti che provano e la loro umanità non riuscirà ad unirli, forse, ma di certo a ciascuno donerà il pregio di essere stato un “buon compagno di viaggio” nella vita dell’altro. L’improvvisa e misteriosa sparizione di Sumire, porterà alla considerazone dell’esistenza di una realtà parallela nella quale ogni cosa può essere diversa…non è detto migliore o peggiore.
Lo stile letterario dell’autore è affascinante, preciso, poetico, non si vorrebbe mai smettere di leggerlo perché l’uso delle parole è gentile e delicato, ma sempre incisivo e profondo.
“La ragazza dello Sputnik” (Einaudi, 2013) di Haruki Murakami è un romanzo che nel leggerlo arricchisce la mente e lo spirito, lo suggerisco.