Santa Giovanna dei Macelli al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, recensione di Daniela Domenici
Avevo già avuto modo di assistere a questo spettacolo l’estate scorsa all’interno del carcere di Prato, una delle strutture detentive in cui Gianfranco Pedullà, che ne è ideatore e regista, fa da anni attività teatrale con le persone ivi detenute, ecco cosa ho scritto quel giorno
https://danielaedintorni.com/2012/06/21/santa-giovanna-dei-macelli-al-carcere-di-prato/
ieri sera sono tornata a vedere “Santa Giovanna dei Macelli” al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, di cui Pedullà è direttore artistico, per emozionarmi ancora e constatare come uno stesso spettacolo possa essere ideato, creato e modificato ad hoc per il luogo che lo ospita, in questo caso carcere e palcoscenico, mantenendo assolutamente inalterato, se non addirittura amplificato, il suo pathos.
Per una breve sinossi del testo brechtiano prendo in prestito le parole del foglio di sala: “un grande testo, scritto da Brecht solo due anni dopo la crisi del 1929, un’epoca molto simile alla nostra, un’epoca di transizione, di crisi economica, morale e sociale. Il testo si concentra sul rapporto tra bisogni spirituali e bisogni materiali, spesso tra loro drammaticamente in contrasto. Accanto ai due protagonisti un coro rappresenta, di volta in volta, gli operai, gli industriali, gli allevatori…”.
E i due straordinari protagonisti sono sempre gli stessi che ho applaudito al carcere di Prato, Marco Natalucci che interpreta il magnate senza scrupoli Pierpont Mauler, industriale della carne, e Rosanna Gentili nel ruolo della protagonista, Giovanna Dark, una missionaria cristiana che tenta di convertire Mauler, cade nel suo trabocchetto, causa la sconfitta degli operai e muore per il rimorso: ancora più superlativa la loro bravura, emozionante, commovente, arricchita anche dalle loro voci nei momenti cantati.
Bravo anche Massimo Altomare, autore delle musiche che esegue dal vivo con la sua chitarra, che avevo già applaudito nello spettacolo in carcere e che si esibisce anche, in alcuni momenti, come attore.
E bravi tutti gli attori e attrici del “coro parlato” che hanno preso il posto delle persone ristrette di Prato e a questo proposito ancora le parole del foglio di sala “…la produzione intende avere un carattere speciale nella capacità di riformare continuamente il coro intorno agli attori protagonisti e alle musiche di Massimo Altomare. L’idea è che periodicamente il gruppo si rinnovi costantemente coinvolgendo giovani e meno giovani attori del territorio in cui lo spettacolo va ad essere replicato…”: idea che personalmente trovo assolutamente geniale e ringrazio ancora una volta Pedullà, Natalucci e Gentili per le emozioni che mi hanno regalato.
Stasera e domani lo spettacolo è al Teatro le Laudi.

Bello! Anche senza aver visto la messa in scena – che da questa recensione immagino molto bella e coinvolgente – ho dato un’occhiata al testo e mi sono resa conto di quanto quest’opera sia sempre attuale. Spero di poterla vedere, prima o poi, a teatro.
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Una recensione che mette le ali ai personaggi ed al testo e, forse, anche agli spettatori che andranno a vedere lo spettacolo!
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grazie Adele cara per queste tue parole di apprezzamento 🙂
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