Penombra di Adele Libero

Penombra, avvolgi il mondo,
vegliando sulle ciglia chiuse
di bimbi, di anziani,
di madri addormentate
su tavoli nudi,
in attesa di chi non ritorna.

E’ tardi, infine,
penombra si staglia sul viso,
proprio vicino al cuore.
Il dolore lo tocchi,
adesso, è tornato,
ma non è più lo stesso.

Un fuoco l’ha preso,
una voglia, una smania
di non essere foglia nel vento,
ma albero ambito.
E’ finito nel giro, tuo figlio,
ora vende la roba, la taglia.

Cristalli di lacrime asciutte,
negli occhi infiniti di madre.
L’abbracci lo stesso,
anche se adesso,
muta, percorrerai
le solitarie strade
dell’attesa.

Ma lui resta il figlio,
mai foglia nel vento,
il figlio
che mai si allontana dal cuore,
tremante nel muto rumore,
in questa triste
penombra.