Senza gioia al teatro Manzoni di Calenzano, recensione di Daniela Domenici

senza gioia

Anche la stagione 2012/2013 del teatro Manzoni di Calenzano si è conclusa con uno spettacolo che ha debuttato ieri sera in prima nazionale, “Senza gioia” di Ilaria Mavilla, vincitrice, con questo testo, del premio di drammaturgia “Avamposti d’autore 2011”; protagonisti Monica Bauco e Antonio Fazzini, regia di Ciro Masella, l’impianto scenico e le luci di Fabio De Pasquale e l’assistenza alla regia di Francesca Fichera.

Dato che, come ho detto, è stata una prima nazionale mi sembra corretto darvi qualche connotazione: “il testo di Senza Gioia nasce da un premio dedicato al tema dell’immagine e dell’identità femminile nel nostro paese con l’obiettivo di iniziare a dar vita a un’immagine altra della donna che rispecchi la realtà di tutte le donne “normali” che vivono, lavorano, studiano nel nostro paese. Un’immagine di donna dal punto di vista delle donne”  e quindi quale migliore location del teatro delle Donne che è “ospitato” nel teatro Manzoni di Calenzano che ha come sottotitolo “il teatro che verrà”, un augurio di un futuro migliore per il teatro e, ci auguriamo, anche per tanto altro…

Straordinaria la protagonista femminile, Monica Bauco, che si è confermata il talento attoriale che avevo già avuto modo di applaudire e recensire, talento che, in questo caso, ha “arricchito” con una prova fisica di tutto rispetto sia nelle due scene di lap dance che in quelle in cui strappa e poi raccoglie i frammenti di un foglio.

Bravissimo anche Antonio Fazzini che non avevo avuto ancora modo di conoscere durante questa mia attività-passione di critico teatrale, è stata una scoperta davvero piacevole: ha saputo dar vita a vari ruoli, da quello del padre siculo a quello della nonna, con tanto calore e vera professionalità.

Un ulteriore applauso va ai due protagonisti, entrambi toscani, per aver recitato la maggior parte del testo in lingua siciliana “aiutati”, in questo, dai consigli dall’assistente alla regia, Francesca Fichera, sicula doc “trapiantata” a Firenze.

Originalissime le scelte registiche di Ciro Masella per la mise en scene di questo breve ma intensissimo testo teatrale della Mavilla che emoziona e coinvolge, che è, con le stesse parole dell’autrice dal foglio di sala, “un’amara riflessione sulla libertà dib scelta nella vita della donna, un dialogo familiare, ironico, a tratti surreale che mentre disvela verità a lungo taciute si fa tormento, ossessione. Possiamo scegliere di essere ciò che vogliamo? E soprattutto cosa vogliamo?”: è questa la domanda finale che Ilaria Mavilla lascia a ognuna di noi donne.

E concludo con le perfette parole del regista Ciro Masella: “Senza gioia profuma di mare, di sabbia e di carne ardente, odora di sensi di colpa e di arancini, di adolescenza e di amori tubati su scogli arsi dal sole. E racconta di come sia difficile imparare il mestiere di amare. Ed essere felici”.

Lo spettacolo sarà in replica stasera e domani e tre serate della settimana prossima.