Children of Poland / Bambini polacchi, proposta e tradotta da Adele Libero
In the orphanage yard not a child remain
The soldiers have herded them down to the trains,
carrying small flasks of water and bags of dry bread,
To march in the ranks of the unquiet dead.
…
With their small Jewish faces and pale haunted eyes,
They march hand in hand down the street – no one cries.
No one laughs, no one looks, no one turns, no one talks,
As they walk down in the streets where my grandparents walked.
…
Had my grandparents stayed in the dark bloody land,
My own children, too, would have marched hand in hand
To the beat of the soldiers, the jackbooted stamp
That would measure their lives ‘til they died in those camps.
…
The cries of the children at night take me back
To those pale hollow faces in the stark white and black.
Only the blood of the children remains,
It runs in the street and it runs in our veins.
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Nel cortile dell’orfanotrofio non resta neanche un bambino,
i soldati li hanno ammassati fino ai treni,
portando fiaschette d’acqua e pane secco,
per marciare nelle fila di tormentosa morte.
…
Con le loro faccine di bambini ebrei e occhi pallidi di perseguitati,
marciano, mano nella mano, per la strada. Nessuno piange,
nessuno ride, nessuno guarda, nessuno si volta o parla,
mentre percorrono per le strade dove hanno
camminato i miei nonni.
…
Se I miei nonni fossero rimasti nella terra scura e sanguinosa,
anche i miei bambini avrebbero marciato, mano nella mano,
al passo dei soldati, allo scalpiccio militaresco
segno della loro vita fin quando non fossero morti nei campi.
…
Di notte, i pianti dei bambini mi riportano indietro
a quelle pallide faccine, infossate, in un semplice bianco e nero.
Resta solo il sangue dei bambini,
corre nelle strade e nelle nostre vene.

Struggente!
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Il 27 gennaio 2014 sarà il giorno della Memoria . Per tale occasione ho deciso di pubblicare alcune canzoni composte ( !) in quel tremendo periodo da prigionieri o altri protagonisti. Può sembrare strano, ma anche in situazioni così estreme si sente l’esigenza di manifestare le proprie emozioni.
Le canzoni sono raccolte nel volume The Undying Flame (Ballads and songs of the holocaust) di Jerry Silverman). Questa è la seconda.
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