Graziella Simbolotti e Jolanda Brunetti Goetz, le prime due ambasciatrici italiane
…pensate, solo 10 anni fa abbiamo avuto in Italia le prime donne ambasciatrici…da non crederci…
di Maurizio Caprara
L’ Italia ha smesso di riservare esclusivamente ai maschi il grado di ambasciatore, assegnato adesso a soltanto 22 diplomatici tra i 1.011 in tutto del nostro Paese. Su proposta di Gianfranco Fini, il Consiglio dei ministri ha infranto un tabù. A incarnare la novità sono da ieri due diplomatiche romane, Graziella Simbolotti e Jolanda Brunetti Goetz. La prima guida la nostra sede diplomatica in Oman. La seconda dirige il contributo italiano alla ricostruzione del sistema giudiziario in Afghanistan. Finora una donna poteva sì dirigere un ambasciata, come tanti maschi che esercitano oltre frontiera le funzioni di ambasciatore avendo il grado di ministro plenipotenziario o di consigliere d’ ambasciata. Il traguardo più alto della carriera, però, lo status definitivo di ambasciatore, non era stato raggiunto da nessuna. Graziella Simbolotti e Jolanda Brunetti balzano in testa alla lista delle 139 diplomatiche italiane. «Operano in un contesto difficile, nel mondo islamico. Per un Paese come il nostro, che intende favorire il confronto tra le civiltà, è importante mettere in evidenza che l’ Italia è rappresentata da due ambasciatrici di ruolo», ha dichiarato Fini. La scelta del ministro degli Esteri è stata salutata da un coro di giudizi positivi di dirigenti politiche del centro-destra e non solo. Il sottosegretario Margherita Boniver ha parlato di «giorno storico che dà un profilo non più misogino alla nostra diplomazia». Se si considera che la terza persona nominata ambasciatore, Mario Bova, 59 anni, oggi alla guida dell’ ambasciata di Tokio, è stato capo del dipartimento Spettacolo ai Beni culturali quando il ministro era il ds Walter Veltroni, la giornata ufficiale si è chiusa in apparenza con un generale tripudio: spirito bipartisan, pari opportunità rispettate, concordia… Come sempre, la realtà ha più facce. Di sicuro Fini ha continuato a togliere appigli a qualunque sospetto di puntare a «pulizie etniche» all’ interno dell’ amministrazione. Tra i 20 consiglieri d’ ambasciata promossi a ministro plenipotenziario dal presidente di An, c’ è un ex collaboratore di Antonio Bassolino: Vincenzo Schioppa, già city manager a Napoli. Le promozioni a ministri del rigoroso consigliere diplomatico del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, Pietro Sebastiani, e di Francesco Talò, dell’ ufficio del consigliere di Berlusconi, sono state accompagnate dall’ assegnazione dell’ identico grado ai primi due candidati del concorso che portò Sebastiani e Talò alla Farnesina nel 1984. Così è diventato ministro Vincenzo Grassi, della direzione Integrazione europea, iscritto alla Cgil. Tuttavia alcune nomine, a partire da quelle delle due donne, non sono state accolte soltanto con entusiasmo. Ai margini dell’ assemblea del Sndmae, il principale sindacato dei diplomatici, più d’ uno a bassa voce osservava che una dal curriculum all’ altezza della promozione era Anna Blefari Melazzi, 63 anni, direttore generale per la Cooperazione culturale, la prima con questo livello nella gerarchia. Altri, maschi, domandavano: e perché non sono ambasciatori di grado Gianfranco Facco Bonetti che rappresenta l’ Italia a Mosca o altri di sedi importanti? «Non si può predicare la pari opportunità solo nei convegni», ha sostenuto Fini. Graziella Simbolotti, 64 anni, fu una delle prime donne a entrare in diplomazia. Di sede, è stata a Seul, Nicosia, Manila. Jolanda Brunetti, 66, è stata ambasciatore a Tashkent e a Kiev. La sua promozione ha destato meno mugugni perché in ottobre andrà in pensione. Ma Fini ha tenuto molto in considerazione l’ immagine esterna dell’ uomo dotato di spirito bipartisan e aperto alle donne. Pur giudicando troppo larghi i margini di scelta riservati a sé, ha rivendicato: «Ho esercitato appieno la discrezionalità di cui dispone il ministro. Con un’ indicazione tutta di carattere politico»
http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/25/Svolta_rosa_alla_Farnesina_Due_co_9_050325047.shtml
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