“Milano non ha memoria” di Gino Marchitelli, Fratelli Frilli editore, recensione di Daniela Domenici

 milano non ha memoria

Ho conosciuto casualmente l’autore di questo libro sabato scorso al Buk di Modena, me ne ha voluto fare dono e l’ho letto subito con curiosità sia perché il thriller è uno dei generi narrativi che prediligo sia perché Gino Marchitelli mi ha fatto una simpatia immediata a pelle.

E devo dire che le mie percezioni ancora una volta hanno fatto centro: questa quarta indagine (leggerò presto le tre precedenti) del commissario Matteo Lorenzi in “Milano non ha paura” è, come scrive Vittorio Agnoletto in quarta di copertina, “un romanzo avvincente dove l’autore intreccia con delicatezza una mai sopita passione sociale con la recente scoperta della propria capacità narrativa”; o ancora con le parole di Renato Scuffietti di Radio Popolare “polizia, giornalismo, amore, passione…Radio Popolare e Milano, miscelare il tutto e si ottiene una grande storia che ti lascia senza fiato”.

Il punto di partenza della storia è l’ennesimo, brutale assassinio a Lambrate di un giovane extracomunitario, un panettiere egiziano integerrimo padre di famiglia e onesto lavoratore; su questo il commissario Lorenzi cercherà di fare luce con la sua incorruttibile onestà nonostante provino a deviare le sue indagini con una serie di depistaggi, intrighi e omissioni delle alte sfere del potere.

La bravura dell’autore sta nell’aver creato un vero romanzo che è sì un giallo ma è, soprattutto, una struggente, dolorosa e vera riflessione sulla nostra società attuale, sulla xenofobia e sulle forze dell’ordine; ecco le sue parole nelle pagine conclusive “…chiediamo a gran voce e con gran forza che si attui una riforma della polizia che porti chiarezza, trasparenza e democrazia al suo interno…voglio ancora credere che, da qualche parte, ci sia un’anima democratica che ancora palpita tra i mille caschi blu e neri…il senso profondo di questo romanzo…vuole tenere la barra dritta sui valori di democrazia e giustizia rappresentati dal commissario Lorenzi…”

Un commissario che, però, è anche un uomo e come tale vive, tra alti e bassi, la sua splendida storia d’amore con una combattiva giornalista di Radio Popolare, Cristina Petruzzi; Gino Marchitelli si rivela formidabilmente bravo sia nel narrare la parte “gialla” della storia (perfetta e avvincente la descrizione del blitz finale) che in quella “rosa” dei momenti d’amore del protagonista.