“PensiEROStupendo”, silloge poetica di Lady P, recensione di Daniela Domenici
Ancora un titolo intrigante, un altro gioco di parole per la seconda silloge poetica di Lady P: dopo“SolEros” è appena nato “PensiEROStupendo”.
È un periodo davvero fertile per quest’autrice di origine ligure e da anni residente in Toscana perché con la prima silloge ha vinto il terzo premio a un concorso di poesie lo scorso anno, con il suo primo romanzo “I brividi in gabbia” ha ottenuto un altro terzo posto a febbraio e ora vede la luce questa seconda silloge poetica che si preannuncia un vero gioiello.
Sono 67 liriche sul tema, naturalmente, dell’eros e ancora una volta Lady P, come scrivo in quarta di copertina, “ci regala un erotismo elegantemente femminile, sapientemente raffinato, corredato da immagini in perfetto pendant con la musicalità dei suoi versi che sono il suo canto libero, il suo pensiEROStupendo”.
In questa silloge c’è una novità che fa la differenza: alcune delle poesie, 11 per l’esattezza, sono state tradotte in inglese dal poeta Teodoro Zeno Maria Senni così abbiamo modo di apprezzarle nella diversa musicalità delle due lingue.
C’è poi un fil rouge che lega cinque liriche di questa nuova raccolta, quello della musica (l’autrice, nel passato, è stata compositrice di testi di canzoni) che è uno degli elementi fondanti dell’erotismo, insieme al cibo e ai profumi, secondo l’autrice, un melange di tutti i sensi per dar vita a un “pensiEROStupendo”.
E ci sono anche due poesie che ci rimandano al suo romanzo “I brividi in gabbia”: sono “Non ho paura” e “Double” che riesce magicamente a tradurre il libro in versi, ve la propongo:
Arrivasti una sera
ed era buio
scala di grigio dentro come fuori
…
Non ti accorgesti
del nero ma soltanto dei bagliori
scomposti dentro a un album di ferite
alla rinfusa
Legasti con un filo di smeraldi
le mie paure
e quanto era sommerso
di donna e gioia
in zucchero filato
…
Poi fu il tuo buio
ad ingoiarti
vorace di perfidia.
E questo è quanto.
…
Mi rimboccai le maniche di ghiaccio
spezzando quei cristalli
e dita bianche
fino a portarti dentro alle mie grida
di fuochi accesi
e dolori appena nati
e fuochi d’artificio
a illuminare.
…
Il resto è un passo lento ad inciampare
in double.
O quanto occorre
per restare.