Il viaggio incantato di Alberto Caeiro, di Soldano Accursio, recensione di Daniela Domenici

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Due anni dopo aver letto e recensito una sua opera

https://danielaedintorni.com/2015/01/09/aspettando-mr-wolf-di-accursio-soldano-graphofeel-edizioni-recensione-di-daniela-domenici/

ho avuto il piacere di gustare la sua più recente: “Il viaggio incantato di Alberto Caeiro” e come mio solito non ho voluto leggere prima neanche la trama su Amazon per godermi il libro così com’è. Solo poco fa, dopo averlo concluso, ho visto la sinossi che non ha aggiunto niente al fascino della storia creata dall’autore intorno a un artista realmente vissuto a Sciacca tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Alberto Caeiro, colui che decide di fare questo viaggio che poi si rivelerà magico e incantato, è uno strano personaggio che cerca risposte alle sue domande, che non ha ricordi (e leggendo la sinossi ho poi capito perché ma non ve lo anticipo) e che sa di dover morire presto per la tubercolosi. Per questo decide di partire da Lisbona per la Sicilia con un amico cantastorie a cui affida l’incarico di scrivere tutto quello che vedranno e vivranno per sentirsi vivo almeno così.

Il luogo in cui andranno nei giorni di ferragosto si trova nel nord della provincia di Agrigento al confine con quella di Palermo (zona che l’autore conosce molto bene…) e lì i due conosceranno Filippo, un uomo che vive da solo, isolato per scelta dal resto del paese e dei suoi abitanti, nel suo “castello” incantato dove scolpisce centinaia di teste di pietra con cui interagisce dialogando come se fossero persone vive; i due amici avranno a che fare anche con la proprietaria della locanda, un altro personaggio un po’ magico a modo suo.

Splendide e appassionate le descrizioni dei momenti trascorsi da Alberto e dal suo amico cantastorie nel castello di Filippo e altrettanto belle e arricchenti sono le digressioni culturali che l’autore spesso fa sui miti e sulle leggende popolari di quell’angolo di Sicilia.