La ballata dell’amore salato, di Roberto Perrone, recensione di Daniela Domenici
Quasi sei anni fa ho letto, casualmente, un’opera di questo autore che mi ha affascinato a tal punto da sentire il desiderio di recensirla
pochi giorni fa ho trovato un altro suo libro, non recentissimo, del 2009, e ho deciso di leggerlo per scoprire se mi avrebbe regalato ancora biblio-emozioni. E così è stato.
In primis, la cosa che più mi ha colpito è che mi sia capitato di leggerlo (niente accade per caso) dopo esser venuta a vivere a Genova, come se mi aspettasse…l’ho apprezzato di più perché “ci sono dentro”, ormai conosco molti dei luoghi, dei sapori, dei modi di dire che sono il fil rouge di questa splendida ballata che è un inno d’amore alla sua terra ligure.
I miei complimenti più calorosi vanno al suo stile narrativo ineccepibile, alla sua capacità di “entrare” con estrema delicatezza dentro i e le protagoniste/i, la sua bravura nell’usare continui flashbacks per rievocare episodi precedenti e nel dipanare la sua storia in un arco temporale di quasi cinquant’anni.
E anche qui, come nella sua opera precedente, Perrone ci regala assaggi delle sue tre grandi passioni, i viaggi, la cucina e lo sport, in questo caso il Genoa che diventa quasi un altro protagonista di questa sua ballata che è, soprattutto, una grande storia d’amore con un finale assolutamente inatteso, nelle ultime pagine, quasi da giallo.