All’ultimo respiro, di Manuela Dicati, recensione di Daniela Domenici

Per la terza volta nel giro di sei mesi torno a “trovare” la scrittrice Manuela Dicati
e ancora una volta è stato feeling immediato e così travolgente da averlo divorato in poche ore nonostante le sue 353 pagine.
Questa volta Dicati ci regala un giallo dal ritmo velocissimo e travolgente che lascia in apnea fino alla soluzione finale da cui si riemerge con un po’ di commozione per le vicende che coinvolgono la splendida protagonista, Barbara, e il capitano delle Fiamme Gialle Fabio, perfettamente descritta/o insieme a Cesare, amico di Fabio, e a Claudio, un collega.
La cifre distintiva che connota anche quest’opera di Dicati è il perfetto stile narrativo, come ho già avuto modo di notare nelle mie due precedenti recensioni, che è una perla rara nel panorama delle autrici e autori contemporanee/i.
Un altro elemento che mi ha fatto amare questa storia è che molti suoi momenti sono ambientati a Firenze, città in cui ho vissuto, in due tranches, per un quarto di secolo e che fa parte di me.
Complimenti, Manuela, tre opere in sei mesi sono davvero un record…