ogni lavoratrice-madre dovrebbe sempre ricordarla con gratitudine, di Ester Rizzo
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”Si, avrei voluto continuare a studiare per diventare insegnante ma mi accorsi che il problema era più complesso di quanto non mi fosse sembrato. Alle medie mi sarei trovata con ragazze di un ‘altra condizione. Con le calze sempre rotte, le scarpe scalcagnate e d’inverno con gli zoccoli, avrei certo dovuto sopportare gli sberleffi delle altre”.
Così scriveva Teresa Noce a proposito degli studi che fu costretta a sospendere.Tra le 21 donne elette nel 1946 all’Assemblea Costituente, il suo grande desiderio era quello di potere studiare, ma non fu possibile. Era nata a Torino all’inizio di un nuovo secolo: il 29 luglio del 1900, in una famiglia di modestissime condizioni economiche. Anche a sua madre era toccata la stessa sorte: povera studentessa di provincia si era recata in città per frequentare la scuola magistrale ma abbandonò subito senza concludere neanche il primo anno: non sopportò che le “ragazze di città” la prendevano in giro e la schernivano per i suoi miseri abiti e le scarpe rotte. Madre e figlia con lo stesso destino: farfalle con le ali tarpate.
Teresa, anche se non frequentava più la scuola, divorava i libri e continuò a studiare da autodidatta. Così ricordava: ”All’edicola avevo scoperto i giornali per ragazzi come il “Novellino”, il “Novellino rosa” e altri ancora, ma io mi fermavo ai primi due, che costavano solo un soldo. Trovavo scritte fiabe e novelle che mi sembravano meravigliose. Così mi compravo un soldino di felicità incantata”.
Accantonati per necessità i progetti di studio, iniziò a lavorare come stiratrice. Nei ritagli di tempo libero continuava a leggere e, molti anni dopo, nel 1937, pubblicherà il suo primo libro. Si era sposata con Luigi Longo, uno dei massimi esponenti del P.C.I. ma il marito, senza metterla al corrente, sciolse il matrimonio nella Repubblica di San Marino. Da qui, inizia l’atteggiamento ostile del Partito nei suoi confronti: lei, messa sempre più in ombra, Luigi Longo sempre più proiettato ai vertici.
Teresa viene eletta all’Assemblea Costituente ed anche lei una delle più votate del P.C.I. a livello nazionale. Si dedicherà intensamente al lungo iter parlamentare che sfocerà nella conquista della legge sulla tutela della maternità: ”permessi di lavoro retribuiti a partire dall’accertamento della gestazione in atto, divieto di licenziamento delle donne incinte e dei lavori usuranti”.
Siamo in tante a pensare che ogni lavoratrice-madre dovrebbe sempre ricordarla con gratitudine. Teresa si occuperà anche di relazioni internazionali, viaggerà molto anche se da comunista non le verrà concesso di recarsi negli Stati Uniti.
Nel 1958 si ritirerà dalla politica e ritornerà al suo antico amore: la scrittura. Scriverà “Le avventure di Layka, cagnetta spaziale” che, come scrive Grazia Gotti, “a differenza di quella reale, spedita in orbita e mai più tornata, vive avventure fantastiche. Scrive memore del suo infantile piacere comprato con un soldo all’edicola”.
Graziella Gaballo ha tracciato il profilo di Teresa Noce sull’Enciclopedia delle donne on line.