una donna generosa, sola tra tanti uomini, di Ester Rizzo

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Di Ottavia Penna Buscemi abbiamo già scritto essendo stata la prima donna candidata alla presidenza della Repubblica. Era nata nel 1907 a Caltagirone, figlia di un barone e di una duchessa. Fu eletta nella lista del Fronte dell’Uomo Qualunque. Fu una donna generosa che accorreva in aiuto dei più deboli e bisognosi. Non esitava a mettere a disposizione il raccolto del grano dei suoi campi o la carne macellata nelle sue fattorie per sfamare chi pativa la fame. La sua famiglia aveva una tradizione di impegno politico: suo nonno era stato deputato e Don Sturzo e Mario Scelba erano amici di famiglia.

Quando fu proposta come candidata alla Presidenza della Repubblica, all’udire il suo nome, i colleghi si lanciarono in commenti ilari, ma subito intervenne Sandro Pertini che riuscì a smorzare le risatine e a ricordare con autorevolezza che ormai anche una donna poteva essere eletta per quella carica.

Nel Settembre 1946, Ottavia venne informata che si stava redigendo un’opera dal titolo “L’Italia e gli italiani di oggi “ e venne invitata a compilare un questionario per inserire anche il suo profilo. Così lei rispose:” Non sono laureata, non ho titoli accademici, né onorificenze, sono profondamente italiana e mi trovo alla Costituente (come un pesce fuor d’acqua) unicamente per amor di Patria, per combattere coraggiosamente e lealmente insieme a tutti i diversi professionisti politici che ambiscono alla medaglietta per i loro tornaconti personali. Sino ad oggi, nella storia d’Italia, dopo ogni sconfitta si legge una pagina di gloria, che fa rialzare la fronte ed asciugare le lacrime… oggi, ancora non si può scrivere quella famosa pagina che i cuori dei veri italiani aspettano con ansia e fede. Ecco  per cui tra le varie biografie …non desidero ci sia la mia…non a tutti posso scrivere ciò che penso degli Italiani di oggi, né la pena che ho nel cuore per la mia povera Patria, per questo non rispondo e preferisco essere tacciata di maleducata. Cordiali saluti e Viva L’Italia”.

Nel 1947, Ottavia lascia i” Qualunquisti” e aderisce al gruppo parlamentare dell’Unione democratica nazionale, insieme a Luigi Einaudi e Benedetto Croce. Nel gennaio del 1948, come riporta Grazia Gotti nel suo libro “21 donne all’Assemblea”, Ottavia riceve un telegramma di Alcide De Gasperi “con la richiesta di aiuto a sostegno del Fondo nazionale di soccorso invernale ai disoccupati. E’ sorpresa e non rinuncia a esprimere il suo disaccordo circa l’assistenza in denaro”. Suggerisce di avviare una raccolta fondi per creare una rete di lavoro, affidando le risorse alle province che le utilizzerebbero in base ad esigenze individuate territorialmente come il rifacimento delle strade nella Sicilia orientale, l’apertura di scuole rurali e l’istruzione alle donne, la creazione di case-ricovero per i bambini abbandonati, la ristrutturazione di ospedali e carceri. Conclude la sua proposta con queste parole: “Condizione indispensabile per la buona riuscita dell’iniziativa, eliminare ogni speculazione ed ingerenza politica e trovare semplicemente degli onesti e capaci amministratori, che il denaro raccolto sappiano spendere bene per il bene degli italiani. Non le nascondo, quindi, il mio profondo e sentito pessimismo, cosa del resto a tutti nota data la mia astensione dal voto di fiducia all’attuale governo. Ben lieta se fatti concreti mi daranno torto, cordialmente saluto”.

Sicuramente Ottavia Penna Buscemi fu una politica “singolare”, sola fra tanti uomini ma anche isolata nel gruppo delle 21 Madri. Infatti fu l’unica a non essere invitata ad una festa organizzata dall’U.D.I in onore delle donne elette, ma sicuramente, con il suo carattere avrebbe forse rifiutato magari per iscritto. La sua città natale, Caltagirone, le ha dedicato una lapide commemorativa.

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