Semplicemente una che vive – vita e opere di Adriana Zarri, di Mariangela Maraviglia, recensione di Daniela Domenici

Uno splendido, commovente ma soprattutto vero ritratto di Adriana Zarri, la mia amica Adriana; sì, perché Adriana Zarri mi ha onorato della sua amicizia negli anni della mia adolescenza, è stata un grande punto di riferimento nella mia crescita spirituale e per questo le ho voluto rendere omaggio con un mio piccolo libro qualche anno fa.

Ma il saggio di Mariangela Maraviglia è tutt’altra cosa, è uno straordinario ritratto a tutto tondo di questa grande teologa italiana, tracciato con dettagliato rigore e grande rispetto ma anche con tanta passione e gratitudine per la sua presenza sempre sottovoce eppure così dirompente nel panorama italiano, sia religioso che non, perché per lei era fondamentale la parresìa, cioè il dovere di parlare dicendo sempre la verità anche se scomoda.

Ecco come Maraviglia, nel suo splendido epilogo, riassume Adriana: “lo sguardo d’insieme al suo itinerario restituisce un carattere indomito e insofferente del limite, una folgorante esperienza di Dio, un’inflessibile fedeltà all’umano, un sentimento di comunione cosmica che plasmarono una precoce vocazione alla teologia e alla scrittura e poi un’ardua ed esigente scelta di vita eremitica. Un’esistenza, quella di Adriana Zarri, vissuta nel segno di una persuasione e una radicalità che l’ascrivono di diritto alla costellazione delle donne assolute, imperdonabili, di cui si sono arricchite la storia e la letteratura del Novecento”.

E qui cosa dice l’autrice sulla scelta di vita eremitica di Zarri (che ho avuto l’onore di sperimentare per una settimana quarantacinque anni fa) “la scelta dell’eremo si impose senza dismettere la storia e i problemi di tutti, compimento dell’intensa vocazione contemplativa. Solitudine, silenzio, preghiera divennero la sua divisa monastica al di fuori da ordini e congregazioni e in piena libertà: libertà conquistata con un quotidiano lavoro di scrittura su giornali e riviste e pagata con un’estrema povertà che mai rinunciò alla bellezza”.

Grazie di vero cuore a Maraviglia per averci regalato questo straordinario resoconto della vita e delle opere di Adriana Zarri, una grande teologa che si definiva “semplicemente una che vive” ma anche, con un’espressione che amo molto, un “eremita comunicante”.

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