Colpevole di innocenza, di Maria Teresa Valle, Fratelli Frilli editori, recensione di Daniela Domenici
Semplicemente splendido, uno dei gialli più attraenti che mi sia capitato di leggere nella mia lunga carriera di bibliofila e bibliorecensora, l’ho divorato in un soffio e provo a dirvi perché.
Innanzitutto per lo stile narrativo, fluido, corretto, variegato, sintetico e, allo stesso tempo, pregnante, una vera perla rara (e qui parla anche Daniela correttrice di bozze ed editor), complimenti all’autrice!
In secundis poi per la trama che all’inizio segue due percorsi paralleli che poi si congiungono e da lì la storia continua con il commissario capo Damiano Flexi Gerardi che cerca di scoprire chi sia l’autore degli omicidi avvenuti nei pressi di un orfanatrofio, che è il fulcro attorno a cui ruota tutta la storia, con i/le suoi/e abitanti, ognuno/a dei/lle quali nasconde qualcosa.
Un altro elemento per cui merita i complimenti è per come ha reso Genova una superba co protagonista, la Zena del 1950 in piena ricostruzione post bellica, che emerge in tanti e grandi particolari.
Straordinaria la caratterizzazione psicologica di ogni personaggio, dalle varie suore alla madre superiora, dalla cognata Angela alle bambine, dal ragioniere al prete; struggente e commovente quella del commissario con i suoi scheletri nell’armadio, le sue debolezze e fragilità, le sue fobie: standing ovation!