I familiari di Luciana “Non si è suicidata, cercate nel telefonino”, di Chiara Spagnolo

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“Stava organizzando un viaggio a Disneyland con i bambini e cercava un locale per la notte di Capodanno”

“Il suo rapporto con l’ex marito era burrascoso, ma nessuno di noi aveva colto segnali tali da preoccuparci” .

Stava organizzando un viaggio a Disneyland con i suoi bambini e cercando con la sorella un locale per festeggiare il Capodanno; faceva progetti e non manifestava turbamenti che potessero fare immaginare il peggio Luciana Ranieri estetista 36enne di Palo del Colle che la mattina del 10 novembre è stata trovata impiccata nella sua abitazione. Sulla sua morte è stato aperto un fascicolo d’inchiesta che, con tutta probabilità, a breve sarà archiviato come suicidio. Ma la famiglia non crede che Luciana abbia deciso di togliersi la vita e chiede che siano effettuati tutti gli approfondimenti necessari per capire se qualcuno abbia avuto un ruolo, anche indiretto, sulla sua morte. «Non vogliamo colpevolizzare nessuno – spiegano i genitori -ma soltanto sapere che è stato fatto di tutto per ricostruire la verità sulla fine di nostra figlia».

Una verità che a loro avviso non può limitarsi alla presa d’atto di quei pochi elementi che farebbero bollare l’episodio come un suicidio, ma va cercata oltre l’apparenza. Nei rapporti che Luciana aveva avuto negli ultimi mesi, nei messaggi che le erano stati inviati sul cellulare, in quelli che aveva a sua volta mandato. Nel telefono che è stato sequestrato e ora è a disposizione degli inquirenti, sostengono i familiari, potrebbero esserci elementi utili per capire cosa sia accaduto nelle sue ultime ore di vita. A partire dalla serata trascorsa con un’amica in pizzeria, l’ennesimo litigio con il marito (da cui era separata), il ritorno a casa, l’ultima chat con l’amica preoccupata per lei, il messaggio senza risposta alle 2,16. «Nelle parole di Luciana non c’era nulla che lasciasse presagire la volontà di farla finita – dice la sorella – così come nulla del genere era stato detto nelle settimane precedenti. Aveva problemi e anche preoccupazioni, ma non aveva mai manifestato segni di cedimento fino a tal punto». I problemi erano stati, nei mesi difficili della pandemia, soprattutto di lavoro, considerato che come tutte le estetiste aveva dovuto sopportare lunghi periodi di inattività forzata. Dalla scorsa primavera, però, aveva ripreso a lavorare in un centro estetico, con un contratto a tempo indeterminato che le dava una relativa tranquillità. Le preoccupazioni, invece, erano legate al rapporto burrascoso con l’ex marito, che – stando ai racconti dei parenti – aveva nei suoi confronti un atteggiamento geloso e ossessionante. In tale situazione, tuttavia, la famiglia non aveva percepito alcun segnale preoccupante di malessere. E ancora oggi è convinta che nelle ore o nei giorni prima della morte possa essere accaduto qualcosa di strano. «Che cosa dovrebbero dirlo le indagini – affermano i genitori, il fratello e la sorella – che speriamo non vengano archiviate in maniera frettolosa».Al momento il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Manfredi Dini Ciacci, che sta valutando gli elementi raccolti dai carabinieri.

Subito dopo il decesso sono stati ascoltati i familiari di Luciana, il marito, l’amica che era con lei la sera prima e altre persone che frequentava. La morte è avvenuta in casa: la donna si sarebbe impiccata con la cinta dell’accappatoio a una trave, arrampicandosi sul letto a castello dei suoi figli. Anche questo particolare, però, lascia  perplessi i familiari: «Non lo avrebbe mai fatto in camera dei bambini». Lì la mattina del 10 novembre l’ha trovata l’ex marito, che aveva le chiavi dell’appartamento. Sul cadavere è stato effettuato un esame medico-legale esterno, ma non l’autopsia. Nei prossimi giorni potrebbero essere nuovamente ascoltate alcune persone informate dei fatti. «Siamo pronti a fornire ogni elemento utile agli inquirenti – ha detto il padre della donna – non puntiamo il dito contro nessuno ma non siamo convinti che abbia scelto di toglier si la vita e questo pensiero ci sta distruggendo ulteriormente». Per questo la famiglia chiede che le indagini non trascurino alcuna possibilità. Anche quella – difficile da dimostrare che qualcuno possa avere condotto Luciana al suicidio.

Luciana Ranieri aveva 36 anni