be proud of your loyalty, di Loredana De Vita

https://writingistestifying.com/2022/03/22/be-proud-of-your-loyalty/

Ci sono parole che sembrano entrate in disuso, lealtà, per esempio. Eppure, sono proprio queste le parole che danno un significato e una direzione al vuoto cosmico nel quale l’umanità si sta smarrendo.
Lealtà. Essere leali, è il principio e l’origine di ogni relazione, anche di quella con se stessi.
Non si può entrare in sintonia con l’altro, non si può aprire nessun dialogo se all’origine dell’apertura non c’è la disposizione a essere reciprocamente leali, con tutto ciò che questo comporta -ammissione di responsabilità, percezione del lavoro da svolgere per cambiare la situazione, onestà, dignità, consapevolezza del bene comune, ecc.
È sempre possibile rialzarsi dalle proprie cadute, dagli errori, dalle incomprensioni che ci hanno isolati, basta darne a se stessi e all’altro la possibilità.
Questa possibilità, però, bisogna volerla davvero, con tutto l’impegno che essa comporta, con tutta la responsabilità reciproca che essa include. Lo vogliamo davvero? Vogliamo davvero rialzarci dal fango? O preferiamo, forse, che siano solo gli altri a sollevarci e farsi carico del nostro fardello?
Questo è un punto cruciale di comprensione di chi siamo e di ciò che vogliamo.
Se è vero, infatti, che l’aiuto dell’altro è indispensabile, è più vero che nessuno può aiutarci se non siamo disposti a fare un passo verso noi stessi. Nessuno può condividere il nostro fardello se noi non lo mettiamo in comune con la consapevolezza anche del limite e dell’errore che ci hanno fatto cadere nell’abisso.
Non siamo esseri perfetti, ma perfettibili. L’obiettivo del nostro esistere non è la perfezione, ma la condivisione.
Soffro molto quando questa viene a mancare, quando la mano che finge di tendersi verso di te è rivestita di falsità e finta pietà.
È anche vero, però, che il tuo grido di aiuto all’altro deve essere sincero e leale, senza fronzoli ed esagerazioni, deve rivelare la verità del bisogno, la sua nudità. Devi poterti mostrare nella tua fragile nudità per poter chiedere la protezione di un caldo mantello che ti ripari dalle intemperie di cui tu stesso sei stato causa.
Eppure, questo talvolta non basta.
È una pia illusione credere che la tua lealtà sia sufficiente ed efficace nel conquistare alla verità i cuori induriti. Chi si abitua alla menzogna ne fa regola di vita ed è forse caduto più in basso di chi nella sofferenza reale mette alla prova la propria resistenza e fedeltà alla vita.
Sono ancora una persona che crede nell’onestà e nella giustizia e che è certa che queste possano diventare piano di incontro e maturazione reciproca, e non mi arrendo alla slealtà che ferisce, ma non umilia se non chi la esercita come condotta di vita.
Ho spesso pensato che la mia fedeltà e lealtà verso le persone fossero un mio punto debole, è il contrario, invece, sono il mio punto di forza, poiché non ho bisogno di mentire, di fingermi altro da ciò che sono e, nel tempo, ho sviluppato sempre più fortemente l’intuizione della finzione altrui e ho imparato a ignorarla, sgominarla, non lasciarmene sfiorare.
Chi impara a rialzarsi onestamente dalle proprie cadute, chi sa riconoscere le proprie fragilità e i limiti senza che questi ricadano come colpe sulle spalle degli altri, chi sa essere gentile e fiero del poco o nulla che è e che ha, questa è una persona con una marcia in più, una persona che sa sorridere nel bene e nel male poichè sa sempre ritrovare la strada di casa.