Bologna nessun dolore, di Massimo Fagnoni, Fratelli Frilli editori, recensione di Daniela Domenici
Ho “incontrato” per la prima volta Massimo Fagnoni un anno e mezzo fa con il suo “Nelle viscere di Bologna”
e è tornato a “trovarmi” con “Bologna nessun dolore”, l’ottava indagine dell’investigatore Trebbi come recita il sottotitolo.
Sottoscrivo i complimenti che gli ho tributato nella prima recensione a cui ne aggiungo altri. In primis per la straordinaria, perfetta caratterizzazione psicologica di ognuno/a dei/lle tantissimi/e coprotagonisti/e, da Angela a Milva ed Elena, da Oscar a Rocco, da Rosario a Faid e al commissario Guerra, ognuno/a di loro emerge come un unicum: standing ovation!
Rinnovo i complimenti per come viene descritta Bologna, non semplice setting della storia ma come superba coprotagonista conosciuta in dettaglio e amata dallo scrittore.
Originale la scelta della patologia di cui soffre il personaggio principale, Oscar, l’analgesia congenita, una malattia molto rara (500 casi i cui 3 in Italia) che comporta la totale assenza i qualsiasi tipo di sensazione dolorosa; credo sia stato l’input iniziale per dar vita a questo noir molto noir in terra felsinea: complimenti!