anima buia, di Tiziana Mignosa

Le sue parole

avevano l’odore del pane caldo

-ma non il sapore-

quando è mattina

e la giornata

è ancora tutta da fecondare

Palloncini colorati lanciavano

sulle voragini partorite

dal prolungato digiuno

intervallato unicamente

dal sapore aspro delle mele

quando sono abitate

Ed erano vere

vere com’è vero il sole

quando a mezzanotte brilla

e il languore grida di vederlo

sebbene persino l’aria che si respira

persiste nel rammentarmi che è notte

Il suo vocabolario sgorgava impetuoso

da una scatola di lustrini adorna

-ma pietre nere aveva al suo interno-

e da essa volteggiavano farfalle colorate

esche che delirando

tentavano di mettere radici nel mio forziere

Erano di carta e fumo rosa

-e mi avrebbero distrutta-

dopo averle viste nella loro vera essenza

si sono accasciate a terra senza Anima

prima di scomparire nel nulla

da dove venivano

Anima buia

tiziana mignosa

ottobreduemilaventidue

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