il secondo piano, di Ritanna Armeni, Ponte alle Grazie 2023, recensione di Daniela Domenici

Ritanna Armeni si fa cronista d’eccezione nel nostro passato più buio e riporta alla luce una storia inattesa. Terribile e luminosa a un tempo. Da narratrice, con una scrittura cangiante e partecipe, la trasforma in un grande romanzo sul coraggio autentico, sulla carità che diventa dovere, rischio, sacrificio” queste parole di Paolo Di Paolo, tratte dalla quarta di copertina, riassumono, in una perfetta sintesi, la straordinaria bellezza di questo romanzo della giornalista e scrittrice Ritanna Armeni che ha scelto di raccontare una storia vera, avvenuta a Roma tra il 1943 e il 1944, attraversando così un passaggio cruciale della nostra Storia e dando corpo a una vicenda esemplare che parla di coraggio e sorellanza, di forza e creatività, di gioia, paura, resistenza.

La storia che Armeni ha scelto di raccontare è quella di un gruppo di suore, in un convento francescano nella periferia di Roma, che decidono di accogliere alcune famiglie ebree, tra cui una donna incinta e tre bambini, scampate miracolosamente al rastrellamento del 16 ottobre nel Ghetto, ospitandole e nascondendole al secondo piano del loro convento.  Dopo qualche mese sono costrette ad accogliere al piano terra una infermeria tedesca, una situazione surreale perché a separarli ci sarà solo una scala e la mite audacia di queste splendide suore, “capitanate” da madre Ignazia, che non esitano a mettersi in gioco fino in fondo.

Concludo con le parole di Annalena Benini, sempre dalla quarta di copertina, “la modernità mai raccontata, la libertà segreta: Ritanna Armeni accende di luce, pensiero e avventura l’invisibile mondo delle donne che nascosero e salvarono miglia di ebrei in nome dell’amore”: la ringraziamo di vero cuore per averlo fatto.