9 maggio 1978, Aldo Moro e Peppino Impastato, riflessione di Daniela Domenici

Per gli amici Peppino, di Angelo Alberto Argento

Il 9 maggio 1978 è una data da non dimenticare.

A Roma in via Caetani, cinquanta giorni dopo il rapimento in seguito alla strage di via Fani del 16 marzo 1978 a opera delle Brigate Rosse, viene fatto ritrovare morto, nel bagagliaio di una macchina, l’onorevole Aldo Moro che era stato premier e ministro in vari dicasteri, uno dei più grandi protagonisti della vita politica italiana.

A Cinisi, in provincia di Palermo, viene ucciso, su commissione del boss Badalamenti, Peppino Impastato, giornalista, conduttore radiofonico e attivista di sinistra, sempre in prima linea nel denunciare la mafia. Aveva solo trent’anni. Con il suo cadavere venne inscenato un attentato ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani per distruggerne anche l’immagine: doveva sembrare un suicidio.

A entrambi sono stati intitolati molti luoghi pubblici in tutta la penisola, spettacoli teatrali e composizioni musicali a testimonianza di un impegno, ognuno nel proprio campo e con i propri mezzi, contro ogni forma di violenza e di sopraffazione.