go tell it on the mountain, di James Baldwin, recensione di Loredana De Vita
https://writingistestifying.com/2023/05/11/james-baldwin-go-tell-it-on-the-mountain/
“Go Tell It on the Mountain” (Penguin, 2013) è il primo romanzo di James Baldwin (publicato per la prima volta nel 1953) ed è di una straordinaria ricchezza stilistica, lessicale, narrativa, evocativa.
Pubblicato in Italia in una nuova traduzione con il titolo “Gridalo forte” (Amos, 2013), è un romanzo che lascia nel pensiero del lettore più tracce percorribili, ciascuna delle quali, però, riconduce a un unico traguardo: ri-nascere, nascere di nuovo.
“”Go Tell It on the Mountain”, infatti, è un gospel natalizio di origine afroamericana in cui si celebra e annuncia con gioia la nascita di Gesù (nella traduzione italiana, purtroppo, si perde questo riferimento che è, invece, come una traccia interpretativa dell’intera narrazione), ma, metaforicamente, la rinascita del protagonista, John, che, nel giorno del suo quattordicesimo compleanno, si trova a dover rivivere sensazioni ed emozioni che lo indurranno a scegliere chi vuole essere nella propria vita.
Il romanzo, ambientato in un solo giorno (quello del compleanno di John) trascorso dai protagonisti nella Chiesa Presbiteriana di Harlem durante la funzione domenicale, è un viaggio introspettivo e analitico nel pensiero e nella memoria dei protagonisti. La narrazione è divisa in tre parti: “The Seventh Day”, in cui John esprime i suoi dubbi sul destino scelto per lui dal padre di diventare anche lui un predicatore. “The Prayers of the Saints”, in cui le voci narranti utili a ricostruire il passato e il presente della famiglia e la sua verità, sono quelle di Florence, Gabriel ed Elzabeth, rispettivamente zia, padre e madre di John. Dalla loro narrazione scaturiranno verità ignote al ragazzo e ciascun personaggio, rivedendo la propria storia personale, affronterà i dilemmi di una società razzista, omofoba e ipocrita. “The Threshing-Floor” in cui John comprenderà infine, quale sia la sua vera strada e la seguirà senza più paura. Una ri-nascita, insomma, in cui ciascuno dei personaggi potrà affrontare la propria realtà solo ricongiungendo passato e presente.
Il linguaggio usato da Baldwin è diretto, urticante, persino, ma vero, sincero e intenzionato a non nascondere nessuna verità. Molti sono i riferimenti alla Bibbia e forse questo aspetto, insieme alla descrizione del vissuto condiviso con molti afroamericani, fa di questo romanzo anche un racconto semi-biografico.
“Go Tell It on the Mountain” (Penguin, 2013) è un romanzo che invita a guardare alla vita delle persone con occhio nuovo, sincero, leale. Lo consiglio.