stai zitta, di Eishes Chayil (Judy Brown), titolo originale HUSH, traduzione di Paola De Camillis Thomas, edizioni Le Assassine 2023, recensione di Daniela Domenici

Ancora uno splendido romanzo nella collana Vintage della casa editrice Le Assassine, è una storia che emoziona, commuove, colpisce al cuore e mette KO questa di Judy Brown magistralmente tradotto da Paola De Camillis Thomas.

Qualche parola sull’autrice per conoscerla più da vicino tratto da www.bookreporte.comJudy Brown (pseudonimo, Eishes Chayil) è cresciuta in un mondo di scuole, sinagoghe e campi estivi chassidici; è stata una scrittrice di narrativa e saggistica ebraica per oltre dieci anni. Vive a New York City con i suoi tre figli. Nel 2010, il suo romanzo HUSH è stato pubblicato con lo pseudonimo di Eishes Chayil. A causa della natura delicata dell’argomento l’autrice ha scelto di pubblicare il libro in forma anonima. Un anno dopo l’uscita del libro, Judy ha rivelato la sua identità di autrice in un articolo”.

Judy Brown sceglie di raccontare la sua storia di dolore e di colpevoli silenzi all’interno della comunità chassidica di New York attraverso la voce di una bambina di nove anni, Gittel, la migliore amica di Devory, la vera protagonista, e lo fa con una lingua piena della dolcezza,  dell’innocente stupore e dell’ironia dell’infanzia che si trasforma poi, lentamente ma inesorabilmente, in una consapevolezza che porta Gittel, ormai grande, a cercare di capire cosa sia successo quel giorno di dieci anni prima e perché tutti e tutte, anche le persone del suo entourage affettivo, siano stati/e zitti/e e colpevolmente complici.

Concludo con le parole dell’autrice tratte dalle sue note finali “È una storia che racconta la vita del mondo ortodosso chassidico, racconta la nostra gioia, la nostra allegria, il nostro calore, e la nostra profonda, tenace negazione di tutto ciò che non segue la tradizione, la legge, e le nostre profonde radicate illusioni. È una storia raccontata attraverso gli occhi dei bambini, quelli che devono imparare a comprendere come e perché è successo a loro, quelli che devono trovare un modo per andare avanti a vivere. È per tutti i bambini – del passato e del presente – che ancora soffrono”: grazie Judy!

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