Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini, recensione di Daniela Domenici
Mi è stato regalato da un’amica che non immaginava, forse, quale splendido dono mi stesse facendo:
preceduto da una fama mondiale, da un passaparola incredibile e anche da un film (che non ho visto) è giunto a me “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini pubblicato dalla Piemme.
Nato a Kabul in Afghanistan e, dopo aver ottenuto l’asilo politico, residente in California dopo si è laureato in medicina e vive con la sua famiglia, Hosseini ha scritto “un libro indimenticabile, emozionante come pochi” come lo definisce la scrittrice cilena Isabel Allende, “un romanzo che addolora e commuove…” con le
parole di Repubblica.
E’ un’opera che ti rimane dentro anche dopo che hai letto l’ultima pagina, che continua a riecheggiare
nel tuo cuore e nella tua mente: è un libro epico, se mi permettete questo termine, nel senso che narra le vicende di un popolo, quello afghano, e delle tragedie che è costretto a subire con l’arrivo dei talebani, che ci descrive con profondo affetto la sua cultura e i suoi paesaggi; ma è allo stesso tempo un libro d’amore e d’amicizia, di quell’amicizia che supera ogni barriera di tempo e di luogo e che porta alla redenzione finale del protagonista, Amir, grazie a un bambino e a un aquilone.
Straordinari i ritratti dei due amici, Amir, il padrone, pashtun e sunnita, e Hassan, il servo, hazara
e sciita, e di tutte le persone che li circondano, dalla moglie di Amir, Soraya, al padre Baba, dal padre di Hassan, Alì, all’amico del cuore Rahin Khan, dal crudele Assef al compassionevole Farid: una galleria di esseri umani che lasciano una traccia indelebile nei nostri cuori, che commuovono perché “Hosseini sa cogliere l’essenza della natura umana”.
Stupenda la descrizione dell’ultima gara di aquiloni a Kabul a cui partecipano i due amici prima che un
evento traumatico cambi e separi le loro vite per sempre.
E’ un libro da regalare, da leggere tutto d’un fiato per lasciarsi inondare dalle emozioni che questo
medico-scrittore afghano ha saputo creare con questa sua opera-prima.
Anch’io l’ho letto, anni fa, e ricordo che mi emozionò tantissimo. Bella recensione, Dani, as usual.
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thanks, darling, always kind :-)))
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Mille splendidi solo, se fosse possibile, è ancora migliore… 🙂
Buone letture!
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anche a te, Roberto, grazie 🙂
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