Zagara di Salvatore Rabuazzo
Zagara è termine derivato dall’arabo zahra che significa fiore;infatti tutti gli agrumi furono introdotti in Sicilia e in Spagna dalle conquiste arabe intorno al 700/800 d.C..Il termine zahra,ha anche altri significati,che ne arricchiscono la pregnanza contenutistica:esso significa anche bianchezza,lucentezza e splendore e si addice al fiore del suddetto albero,che appunto è bianco;inoltre zahra è il nome del pianeta Venere,la stella Diana dei poeti prestilnovisti ed è quindi associato all’amore fisico e alle nozze:i fiori di zagara sono tuttora usati per ornare le spose;il profumo della zagara è particolarmente intenso e ammaliante,di umore dolciastro e più forte di quello di gelsomino,di cui sembra riprodurne le caratteristiche esaltandole;è il profumo tipico che in determinati periodi dell’anno i viaggiatori odorano quando sbarcano in Sicilia e che ricorda la storia passata dell’Isola e la sua antica vocazione di Giardino degli Arabi e Paradiso di Bellezza

Che dire? Bello tutto! (non riesco a mettere il “mi piace” ma lo metto qui…….mi piace molto!)
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🙂
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Grazie per questo magnifico commento, che dimostra una preparazione poetica molto vasta ma anche una grande sensibilità. Sono davvero lusingata !!!
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La poesia fluisce musicale e sciolta nell’agilità dell’endecasillabo e nella libertà della rima,organizzata in tre quartine;si sarebbe quasi tentati dal volerne rintracciare,in questa scelta formale,un significato numerologico,cabalistico,per così dire;di magia si tratta,infatti,di evocazione di Anime,intese come Psychè,cioè soffio vitale,Pneuma,ma anche profumo;e tutta la poesia è incentrata sull’odore del fiore bianco,verginale della zagara,che fiorisce nei giardini d’Oriente ed è evocativo delle virginee nozze;sensualità terrena evocata dall’intenso odore del fiore,che invita alla copula nuziale,ma qui è immagine puramente allusiva,vissuta nel sonno di quella fanciulla addormentata sotto il ramo e adagiata sull’acque pulite.Chi è quella fanciulla?Afrodite,dea dell’Amore?Il nome di zagara,in arabo allude al pianeta Venere,che è legato alla dea;ma forse quella fanciulla è Ofelia,che muore annegata nel fiume e circondata da odorosi fiori,.vittima di un sogno d’amore non corrisposto.La quartina finale trasforma il canto in elegia nostalgica e ci ricorda con lucreziana compostezza,la caducità della felicità terrena e dell’amore pronti a tramutarsi in amarezza e dissolversi in impalpabile profumo.
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grazie anche a nome mio, Salvatore, per questo tuo commento che ci arricchisce tutti 🙂
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Zagara
Di zagara profumata fanciulla,
addormentata sotto questo ramo,
intessuta di mille e mille luci,
di spuma splendida, d’acque pulite.
D’estate fiore, che veste i miei giorni,
spettacolo agganciato all’infinito,
dolcemente le labbra su te poso
per suggere l’intenso tuo afflato.
Portami un altro sol, porta il dolore,
di quanti un amor hanno provato
e poi sul ciglio del destin mutato
un pianto di profumi è rifiorito.
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