Belle sceme di Maria Masella – Corbaccio editore 2009, recensione di Daniela Domenici

Era da tempo che non sorridevo così tanto durante la lettura di un libro: è accaduto con “Belle sceme” di Maria Masella, nata a Genova, docente per molti anni di matematica nella sua città e autrice di vari romanzi e racconti tra cui questo che mi ha “chiamato”, come al solito, dagli scaffali della mia biblioteca preferita e che ho divorato, 247 pagine, con un sorriso ininterrotto di piacere della mente e del cuore.
Cito le parole di Stefania Bertola in quarta di copertina “…Laura, Lucy, Maura, Pupa…alcune belle ma nessuna veramente scema, anche se tutte irresistibilmente calamitate verso l’uomo sbagliato. Se volete divertirvi seguitele lungo i vicoli di Genova, tra il profumo del mare e quello della focaccia e intricatevi con loro tra avventure e sentimenti pungenti e imprevedibili: il romanzo ideale per trasformare il tempo in un piacere”: ringrazio la Bertola per queste sue parole che danno già un’idea di cosa sia quest’opera della Masella ma vorrei aggiungere altre tre caratteristiche che sono, per me, un valore aggiunto, una cifra distintiva del libro.
Innanzitutto la perfetta, straordinaria descrizione dei personaggi, maschili e femminili, tantissimi, sia come scavo psicologico che come descrizione fisica (i dettagli fanno la differenza…) che ce le/li rende così vivi da poterli visualizzare, quasi toccare.
E poi l’amore viscerale per la sua Genova che trapela da ogni riga del libro; l’autrice ce ne descrive i vicoli più segreti così come le vie principali, i quartieri più in e quelli più popolari, i locali di svago e i mercati rionali, insomma un inno alla propria amatissima città.
E la terza caratteristica (e qui parla la correttrice di bozze ed editor) è la totale assenza di qualsivoglia manchevolezza stilistica (uso della punteggiatura, concordanza temporale e sinonimi, tra le tante) che dà sia alle parti narrative – descrittive che a quelle dei dialoghi una fluidità assolutamente rara.