“Ricordando Auschwitz” di Adele Libero
Macinare il passato,
come un treno addormentato,
come lacrime di carta,
come filo spinato.
…
Quando il freddo era neve
nello stomaco vuoto,
nella luce di candele
nello spasmo di fuggire.
…
Le cataste di scarpe,
di cappelli, di occhiali,
le grida delle guardie,
come fossero animali.
…
Quante vite nel fango
a spalare le ore,
aspettando le sere,
ogni istante più nero.
…
Questo bianco grigiore
ora avvolge il campo,
come un nastro di vergogna
che s’annoda all’Uomo.
