“La signorina Greta e altre storie” di Silvana Sonno, recensione di Daniela Domenici

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E’ un periodo davvero fertile  per una perdutamente bibliofila come me, ancora una volta una scrittrice mi ha avvinto e ammaliato da vera affabulatrice.

Silvana Sonno, docente perugina, autrice di varie opere di narrativa, di saggistica e di testi poetici come leggo in quarta di copertina, in questa sua opera più recente “La signorina Greta e altre storie”, una silloge di nove racconti di varia lunghezza, ci presenta “un mondo di persone alle prese con un universo liquido sotto l’apparente consistenza della crosta visibile. Le emozioni lo attraversano e aprono crepe dentro le quali lo sguardo può intravvedere i segreti percorsi che rendono ogni essere umano distinto e unico…”.

E tra questi nove racconti emergono, per il personalissimo sentire, per le emozioni che mi hanno dato, “Le lacrime della terra”, “Benedetta primavera”, Traslochi”, “Il giardino fiorito” e “La signorina Greta” che dà il titolo alla silloge; deliziosamente ironico è “Fammi un fischio” ma anche “Cuore di mamma”, tutti sono arricchiti dallo sguardo dell’autrice che è “al tempo stesso ironico, a volte beffardo e ricco di una pietas tutta umana verso i moti del vivere, i gesti e le parole che raccontano il segreto, a volte banale e a volte tragico, di molti destini umani”.

In “Le lacrime della terra”, il mio preferito in assoluto, l’autrice riesce, in modo assolutamente perfetto e magico, a immaginare cosa possa essere successo, migliaia di anni prima, alla persona i cui resti vengono ritrovati durante uno scavo e come la giovane archeologa “senta” questa storia antica e la narri agli altri colleghi con assoluta certezza.

“Il giardino fiorito” colpisce sia perché il protagonista è un uomo ma soprattutto perché Silvana Sonno ha la capacità, che si nota anche in altri racconti, uno su tutti “Fammi un fischio”, di non lasciarci minimamente intravedere l’epilogo della storia che in questo caso è dolorosamente drammatico; credo che l’autrice abbia scelto il titolo, che lascia immaginare qualcosa di positivo, in perfetta antitesi, quasi un ossimoro voluto, direi.

Di “Traslochi” mi ha colpito, in modo particolare, un paragrafo che mi trova empaticamente consonante e che potete leggere al seguente link

https://danielaedintorni.com/2014/07/10/traslocare-da-la-signorina-greta-e-altre-storie-di-silvana-sonno/

Un ultima connotazione da correttrice di bozze ed editor quale sono: lo stile dell’autrice è semplicemente perfetto non solo nei dialoghi ma anche nelle parti narrative, non c’è alcuna delle manchevolezze stilistiche che riscontro purtroppo con frequenza, ottimo l’escamotage dei punti di sospensione in “Cuore di mamma” per indicare l’altra persona del dialogo,

Avrete capito che è un libro tutto da leggere e da lasciarsi emozionare, grazie Silvana.