“Le targhe stradali sessiste di Gerusalemme” di Renee Ghert-Zand, da me tradotto e rielaborato

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Non avevo mai realmente fatto attenzione alle targhe stradali a Gerusalemme fino a un paio di anni fa quando mi è sfuggita una svolta importante verso Golda Meir Boulevard. E’ successo perché gli Haredim locali avevano cancellato la scritta sulla targa. Erano ovviamente molto più interessati a rimuovere il nome di una donna da una targa piuttosto che al fatto che i guidatori, come me, potessero perdersi.

Così sono sensibile alle questioni che hanno a che fare con le targhe stradali di Gerusalemme, specialmente quando sono coinvolti nomi femminili. Non desta sorpresa quindi il fatto che abbia preso nota di una storia che Rachel Azaria, membro del consiglio comunale di Gerusalemme, ha pubblicato sulla sua pagina di FB riguardo a un gruppo di studenti di scuola superiore che hanno preso l’impegno di affrontare il fatto che i segnali delle strade intitolati a figure bibliche femminili identifichino le donne solo in base alla loro relazione con gli uomini. Invece i segnali con personaggi maschili includono descrizioni complete della loro importanza nella narrazione biblica e per il popolo ebraico.

Per esempio Esther viene identificata solo come “la cugina di Mordechai”. Tutto ciò che c’è scritto nel segnale di Rachel Imeynu (Rachele la Matriarca) Street è che fu “la moglie e la madre di Giuseppe e Beniamino”. In parallelo re David è descritto non come il figlio di qualcuno ma come “uno dei grandi re d’Israele”.

Secondo un articolo su Maariv gli studenti, membri di un gruppo chiamato “Atid Students for Tikkun Olam”, si sono recati in ogni angolo della città per censire i segnali blu che indicano strade intitolate a figure bibliche e hanno trovato che almeno 11 eroine bibliche non avevano descrizioni accurate e oggettive delle loro gesta. Così gli studenti hanno fatto le loro ricerche e hanno formulato le loro descrizioni per le donne e le hanno messe su nuovi segnali che hanno posto sulle strade più importanti.

Esther non è più semplicemente la cugina di Mordechai, la sua targa stradale recita:

“dopo che all’inizio era intimorita del suo destino si riprese e decise di mettere a rischio la sua vita per la salvezza del suo popolo. Attraverso un gran numero di azioni riuscì a sconfiggere Haman e a salvare la sua gente dalla distruzione”.

E la targa stradale degli studenti per Rachel Imeynu Street dice:

“Rachel è stata una della quattro Matriarche del popolo ebraico. La sua rara e meravigliosa storia d’amore con Giacobbe durata per molti anni, il suo desiderio potente di un figlio e la sua tragica morte mentre dava alla luce suo figlio Beniamino l’hanno resa una persona eroica e un punto focale per le donne che soffrono d’infertilità”.

Il progetto ha riunito insieme giovani laici e religiosi, tutti disturbati dalla mancanza di uguaglianza. “Le donne sono importanti come gli uomini e vengono denigrate sia gli uni che le altre quando la spiegazione sulle targhe stradali è basata su quello che gli uomini hanno fatto nelle loro vite” ha detto lo studente Alon Schlein.

Un altro studente, Elinoi Talbi, ha aggiunto “Il progetto riguarda lo status delle donne. Sono cose che ci colpiscono oggi così come è stato nel passato e sarà nel futuro. Quelle donne meritano di essere note per quello che hanno fatto ed è importante rendere loro lo status che tutte le donne meritano”.

Gli studenti hanno cercato sostegno per il loro progetto in Rachel Azaria che guida il partito Yerushalmin ed è nota per la sua leadership su argomenti di pluralismo religioso e diritti delle donne. Ha scritto sulla sua pagina FB che l’hanno invitata a unirsi a loro quando hanno furtivamente sistemato le loro targhe stradali la scorsa settimana.

Il responso ufficiale della città agli sforzi degli studenti è stato di ringraziarli per la loro iniziativa e di offrire di controllare la loro ricerca e i loro risultati insieme concludendo con l’assicurazione che “la municipalità è orgogliosa delle tante donne che vengono ricordate nei nomi delle strade cittadine”.

La prossima volta che sarò a Gerusalemme guarderò le targhe stradali degli studenti Atid. Spero solo che siano ancora là, non buttate giù da persone che, sfortunatamente, non condividono la visione dei giovani per un futuro della Città Santa.

http://blogs.forward.com/sisterhood-blog/172166/jerusalems-sexist-street-signs/