Celebriamo le straordinarie donne viaggiatrici del passato, di Alessandra Alonso, da me tradotto e rielaborato

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Storie non raccontate di donne coraggiose che hanno viaggiato in parti sconosciute del mondo, imperterrite nonostante la carenza di conoscenze su dove stavano andando e la carenza di equipaggiamento necessario a mantenerle sicure, calde, asciutte e nutrite sono diventate la mia passione. Quella fusione delle vite di altre che hanno arricchito la nostra, il contesto storico e le meravigliose nazioni in cui hanno viaggiato mi ha condotto a raccogliere quasi una biblioteca dei racconti di queste donne sebbene molte siano rimaste senza testimonianza.

I nomi di queste prime donne esploratrici non ha lo stesso suono familiare di quelli della loro controparte maschile, Livingstone e Stanley per menzionarne due. Ci sono molte ragioni per questo, la più significativa è che molti dei loro viaggi avvennero alla fine del 19esimo secolo e poiché si udivano i primi bisbigli della Nuova Donna e dell’emancipazione la popolazione maschile fu veloce a stroncare sul nascere le rivelazioni sulle donne forti e pioniere.

Dopo aver seguito i passi della prima di queste grandi donne, Isabella Godin, la prima donna conosciuta ad attraversare tutto il Rio delle Amazzoni, ho trovato molti ascoltatori interessati alla sua storia e al mio viaggio. Ho deciso di seguirlo con un’altra spedizione, questa volta per seguire la scalata di Mary Kingsley sul Monte Cameroon e subito a seguire ecco Isabela Brooks sul Llanganates sulle Ande, Isabella Bird in Ladakh e Kate Marsden in Siberia. Avevo già completamente esplorato il mondo di Julia Pardoe a Istanbul e quello di Isabella Eberhardt in Algeria.

Molte delle vite di queste donne hanno risuonato con la mia rendendo il mio ricreare i loro viaggi più struggente e illuminante. Mary Kingsley e io abbiamo vissuto a poche yard l’una dall’altra a Cambridge, alla stessa età, sebbene a 120 anni di distanza, Isabella Bird aveva uno spirito irrequieto che la rendeva bramosa di viaggiare, simile a me e Kate Marsden e io abbiamo sofferto fisicamente allo stesso modo per le privazioni e i rigori di viaggiare attraverso la taiga siberiana.

La mia ricerca per ricreare viaggi più coraggiosi non è finita, le prossime sveleranno inevitabilmente le stesse ammirevoli qualità femminili. Quelle della resilienza femminile in condizioni estreme, dei pericoli e del clima e una diplomazia leale e severa nella loro leadership degli altri, una qualità innata che ho osservato.

Queste brillanti signore mi hanno aiutato a spingermi al limite e hanno permesso ai miei sensi di di diventare vivi e di lasciare luoghi stranieri con una migliore comprensione del pianeta e delle persone che lo abitano.

Le ultime righe del mio libro “Adventuresses, Rediscovering Daring Voyages into the Unknown” recitano “Noi siamo tutte avventuriere che hanno bisogno di viaggiare èer essere chi siamo e siamo persone migliori per questo”.

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