13 giugno 2010: “La libellula” vola a Siracusa, di Daniela Domenici
una foto di quella sera di 6 anni fa, grazie Bert
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Oggi 6 anni fa ho conosciuto lo scrittore (che è poi diventato anche un caro amico) Bert D’Arragon; da una presentazione è nata , casualmente, una collaborazione, lui autore io correttrice, e un’amicizia che dura ancora. Dopo “La libellula” Bert ha scritto (e io co-corretto e recensito) “Ichnusa”
https://danielaedintorni.com/2012/03/05/ichnusa-di-bert-darragon-edizioni-alpha-beta-verlag-2012/
e poi i primi due volumi della sua “trilogia bizantina” (da me sempre co-corretti e recensiti) “Il bimbo e la quercia”
e “Nati nella porpora”
Ecco cosa ho scritto 6 anni fa dopo l’evento a Siracusa che ripropongo oggi nel 6° anniversario…
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Dopo la tappa di Catania è arrivato anche a Siracusa, nel cuore di Ortigia, alla libreria Biblios in via Consiglio Reginale, Bert D’Arragon che ha presentato il suo libro “La libellula” edito da I.S.R.Pt di Pistoia.
L’autore, che è nato in Westfalia da una famiglia di origini spagnole e che vive in Italia da più di vent’anni, e la sua “opera prima” sono stati presentati in modo dettagliato ed esaustivo da Angela Barbagallo.
Questo libro, di ampio respiro anche nella mole (quasi 400 pagine), copre un periodo storico ben definito, il ventennio fascista; la storia si svolge infatti tra il 1924 e il 1944 e in vari luoghi geografici italiani. Al centro della narrazione due ragazzi omossessuali, Giovanni e Pietro, del loro amore durante il fascismo con tutte le implicazioni che ne derivano e della loro fuga attraverso l’Italia fascista.
L’autore ha voluto dare un sottotitolo al suo libro “una storia di persone nella resistenza” con quest’ultima parola volutamente scritta in minuscolo per indicare non il periodo della lotta di liberazione che segnò la fine della seconda guerra mondiale ma la resistenza quotidiana che questi due ragazzi e le persone con cui verranno in contatto in quegli anni dovranno mettere in atto.
Non vogliamo anticiparvi come finirà la storia d’amore di Giovanni e Pietro e che conclusione avranno le loro vite ma ci preme sottolineare la perfetta conoscenza dei dettagli di quel periodo storico di Bert D’Arragon, delle leggi, dei movimenti politici durante il fascismo (leggiamo nella sua biografia che è laureato in Scienze dell’Antichità) e, dalla quarta di copertina, “l’autore descrive le città in cui si muovono i suoi eroi con quel sentimento di partecipazione intima con il quale Pratolini descriveva la sua San Frediano, Fenoglio le sue Langhe e con cui Tobino scriveva “Il clandestino”.
Concludiamo ancora con parole tratte dalla quarta di copertina che ci sembrano rendere perfettamente il valore aggiunto di questo libro di D’Arragon “rendere il giusto tributo alla sofferenza e alle esperienze del passato rappresenta un ineludibile dovere civile e una grande opportunità per il presente”.