Ilaria Elmo si racconta nella giornata internazionale dedicata alla disabilità

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alba di un nuovo giorno

Questo ultimo anno mi ha messa a dura prova. Credo di non avere mai affrontato così tante difficoltà in pochi mesi. Ho dovuto sottopormi all’intervento alla colonna vertebrale di cui avevo parlato l’anno scorso. Per colpa di molteplici imprevisti e complicazioni sono rimasta in ospedale per tre mesi, i tre mesi più difficili di tutta la mia vita. Sono entrata in sala per cinque volte a causa di un’infezione, per la quale sono stata in isolamento. Non è da me “vantarmi”, ma credo di avere avuto una grande forza perché altrimenti non penso che ce l’avrei fatta. In questo periodo ho dovuto mettere in campo tutta la determinazione che mi contraddistingue e una grande dose di coraggio. Penso che nel momento in cui ci si trova ad affrontare situazioni così complicate la forza arrivi da sola, credo si chiami “istinto di sopravvivenza”. Fortunatamente con me c’era (tramite Skype) Stefano, il mio fidanzato, che mi è stato sempre vicino, nonostante lui sia una persona estremamente sensibile non mi ha mai lasciata da sola. La sua presenza ha aumentato la mia voglia di combattere e di vivere e, sinceramente, è stata la mia ancora di salvezza. Non pensate assolutamente che io sia imbattibile. Ci sono stati (e ci sono ancora) innumerevoli momenti in cui mi sono scoraggiata, in cui non vedevo una fine a quello strazio. Fortunatamente non è stato tutto negativo perché da quando ero ricoverata canto tutte le settimane in una radio parrocchiale di Genova (Radio fra le note) che il mercoledì pomeriggio va in onda direttamente dal Gaslini.

Come ho anticipato, questi momenti non sono soltanto un brutto ricordo del passato, purtroppo le complicazioni non sono terminate e i dolori sono molto forti. Tra l’altro i dottori dell’ospedale mi hanno detto che è un dolore cronico quindi dovrò sottopormi ad una terapia del dolore. All’inizio non l’ho presa nel migliore dei modi, mi sono sentita crollare il mondo addosso per l’ennesima volta. Ci ho messo un bel po’ ad accettarlo. Adesso mi armerò di coraggio e mercoledì andrò alla mia prima visita in un ospedale di Torino per iniziare la terapia. Sono preoccupatissima, ma sono convinta che riuscirò a superare anche questa, lo devo fare per me e per le persone che mi sono vicine. Non sono una ragazza che si arrende facilmente, non lo farò mai!