…e il problema resta, di Loredana De Vita

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targa dedicata a Giustina Copertino

…e il problema resta… Come colmare il vuoto dell’assenza? Come riempire il vuoto della presenza? Come dare pace a chi è stato svuotato e privato degli affetti più cari per la paranoia del possesso?

Non basta l’emozione, che serve, ma non basta.

Non basta la commemorazione, che serve, ma non basta.

Non basta la memoria di anno in anno, che serve, ma non basta.

L’emozione, la commemorazione, la memoria, fanno parte della vita di chi ha subito la perdita dall’alba al tramontoo e dal tramonto all’alba di ogni giorno… triste o felice, pieno di belle novità o vuoto di senso.

Sempre, ogni istante, non si può fare a meno di pensare a quel vuoto e sentirne il peso da macigno nonostante l’invisibilità agli occhi degli altri. Nessuno, nessuno più può negare l’esistenza di un problema e, se lo fa, è in mala fede.

Ogni giorno, o quasi, c’è una nuova donna “fatta morta”, strappata alla vita e alla famiglia, ai sogni e ai desideri.

Ogni giorno, o quasi, c’è qualcuno che finge di non vedere e nasconde la testa, come la dignità, sotto la sabbia. Ogni giorno, più volte al giorno, ci sono uomini che seviziano fisicamente e psicologicamente donne che non riescono a liberarsi dalle torture del corpo come da quelle dell’anima, e questo è certo.

Ogni giorno, più volte al giorno, ci sono donne la cui identità viene sepolta nonostante il loro respiro continui a fremere nelle narici sanguinolente.

Ogni giorno… è troppo. Troppo per fingere di non riconoscere che bisogna intervenire, che chi sa deve parlare, che le istituzioni non possono liquidare “i casi” con un semplice “torna a casa e fa pace con tuo marito”.

Ogni giorno c’è il silenzio colpevole e complice che non dà seguito alcuno alla denuncia di chi ha trovato il coraggio di palesare il proprio vuoto. Cultura e tutela, questo bisogna modificare e senza perdere tempo, perché non c’è tempo da perdere.