Nelly Bly, il giornalismo d’inchiesta e il coraggio di una donna, di Ester Rizzo
Elizabeth Jane Cochran, conosciuta con lo pseudonimo di Nellie Bly, nel 1888 fu la prima donna a circumnavigare il mondo in 72 giorni. Nata in Pennsylvania nel 1864, fu una delle cosiddette “giornaliste investigative”, famose le inchieste sugli ospedali psichiatrici realizzate fingendosi pazza e facendosi internare. Nei suoi articoli denunciò anche la condizione di sfruttamento delle lavoratrici e la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Quando lo Stato della Pennsylvania decise di modificare le leggi sul matrimonio e sul divorzio introducendo norme svantaggiose per le donne, Nellie, con i suoi articoli e le sue interviste, oppose resistenza a questi cambiamenti arrivando a influenzare la pubblica opinione.
La sua fama cresceva ma contemporaneamente crescevano i problemi: il mondo degli affari e dell’industria, spesso colpito dalle sue inchieste, minacciò di non finanziare più il giornale per il quale lavorava e così venne relegata alle innocue pagine di moda e giardinaggio. Nonostante ciò non si diede per vinta e riuscì a convincere il direttore del giornale a inviarla come corrispondente in Messico, da dove fu espulsa sei mesi dopo, rea di aver messo in risalto nei suoi articoli la corruzione della classe politica messicana.
Ritornò a New York e, come corrispondente del “New York World”, le fu finanziato un giro del mondo. Il 14 novembre 1889 l’avventura ebbe inizio: Nellie viaggiò in treno, in nave e anche a dorso di un asino. Ogni giorno il quotidiano pubblicava un suo resoconto di viaggio e quando, dopo 72 giorni, la sua avventura terminò, migliaia di persone la festeggiarono.
A trent’anni si sposò con il milionario Robert Seaman, industriale nel settore dell’acciaio. Alla morte del marito, lasciò il giornalismo prendendo le redini delle varie aziende e avviando vere e proprie rivoluzioni interne: dotò ogni fabbrica di ambulatorio medico e biblioteca e istituì corsi di alfabetizzazione degli operai.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale ritornò al giornalismo, diventando reporter di guerra e raccontandone gli orrori. Alla fine del conflitto sfruttò la sua fama e la sua popolarità per aiutare i bambini abbandonati e dar loro una casa e una vita dignitosa.
Morì il 27 gennaio del 1922, dopo essere diventata un simbolo per tutte le donne “che volevano dimostrare di saper viaggiare da sole e con poco bagaglio”. A Brooklyn le è stato intitolato un piccolo parco divertimenti che ha come tema il giro del mondo.