“la Compagna” tenace e battagliera, di Ester Rizzo
Dalla città di Torino provenivano altre tre Madri Costituenti: Rita Montagnana, Teresa Noce e Angiola Minella. Torino in quel periodo era una città con un’alta concentrazione di intellettuali; basti pensare ad Augusto Monti, Cesare Pavese, Giulio e Luigi Einaudi, Camilla Ravera, Felicita Ferrero. Inoltre a Torino esisteva la cosiddetta “classe operaia” e la Rivoluzione russa alimentava i sogni di molti comunisti. Proprio da questa città erano partiti alla volta di Mosca Palmiro Togliatti, Luigi Longo e Antonio Gramsci.
Rita, Teresa ed Angiola militavano nel Partito Comunista. Le prime due erano nate alla fine dell’Ottocento, iniziarono a lavorare molto giovani, non avevano potuto studiare ma amavano leggere e tenersi informate. Erano entrambe le compagne di due massimi dirigenti del P.C.I.: Rita, di Palmiro Togliatti e Teresa, di Luigi Longo. Angiola era invece molto giovane, aveva studiato, ed era entrata a far parte della Resistenza nel 1944, era militante ed il partito era il suo punto di riferimento. Si ritroveranno tutt’e tre a far parte dell’Assemblea Costituente.
Rita Montagnana era nata nel 1895 da una famiglia di origini ebraiche. Già a 14 anni lavorava come sarta “in un grande stanzone insieme ad altre 200 ragazze”. Nel 1917 aveva partecipato alle rivolte torinesi “per il pane” ed era anche attiva nell’occupazione delle fabbriche.
Quattro anni dopo partecipò alla Fondazione del Partito Comunista ed in seguito partì come Delegata al III Congresso dell’Internazionale Comunista a Mosca. Quella, fu per lei, un’esperienza che la segnò profondamente ed immersa in quel contesto, così scriveva:” le donne emancipate comuniste, al pari degli uomini, lottano per un ideale più alto del sentimento familiare borghese…in ogni stazione una madre trova un fasciatoio su cui può cambiare il suo bambino…l’istruzione è garantita senza distinzioni di sesso…”
Rita, nel 1922, fondò il giornale “la Compagna” che era l’organo del movimento femminile del P.C.I.” e proprio in quel periodo incontrò Palmiro Togliatti e ne divenne la compagna, anche se in seguito lo vedrà “cadere nell’abisso di un amore per una donna molto più giovane di lei: Nilde Iotti”. Ma Rita, sostenuta dai suoi ideali, continuerà le sue lotte e le sue battaglie.
Così riporta Grazia Gotti: ”Nel febbraio del 1945, a un incontro delle suffragiste al Liceo Visconti di Roma, prende la parola per chiedere posti di governo per le donne, presenza nell’Assemblea Costituente e nelle pubbliche amministrazioni, parità salariale e accesso a tutte le professioni. A pochi mesi da questo raduno movimentista, Rita ha già dato forma all’UDI, l’Unione donne italiane”. Ne resterà presidente fino al 1947. Dopo l’atto fondativo seguì il primo Congresso che si svolse a Firenze con il titolo ”Le donne nella partecipazione alla vita pubblica, nella lotta, nella ricostruzione”. C’erano trecento delegate arrivate da ogni parte d’Italia più delle ospiti straniere invitate direttamente da Rita.
Ci commuove apprendere come si aprirono i lavori: con una messa in Santa Croce in suffragio delle donne cadute nella lotta di liberazione. Parteciparono tutte: socialiste, comuniste, azioniste e cattoliche. Un esempio di “sorellanza” che oggi in politica è andato completamente perduto.
Rita fu eletta all’Assemblea costituente a 51 anni, con 68.722 voti di preferenza, prima fra gli eletti del P.C.I. nel suo collegio. E’ stata anche Senatrice della Repubblica e insieme a Teresa Mattei fu ideatrice del simbolo della mimosa per la Giornata Internazionale della Donna. Dopo il 1958, pian piano uscì dalla scena politica. E’ morta a Roma nel 1979.