“Respiravo l’aria di mare come un affamato che ritrova il cibo dopo tanti giorni di digiuno”, di Ester Rizzo

“Respiravo l’aria di mare come un affamato che ritrova il cibo dopo tanti giorni di digiuno”

Adele Bei era nata a Cantiano, in provincia di Pesaro, il 4 Maggio del 1904. Era la terza di undici figli, suo padre era un boscaiolo socialista e lei riesce a frequentare la scuola elementare fino alla terza classe. Oltre ad essere Madre Costituente è stata anche deputata e senatrice del Partito Comunista Italiano, a cui aderì nel 1925. Espatriata in Francia, svolgeva attività di collegamento tra i militanti antifascisti.

Nel 1933 venne arrestata mentre si trovava a Roma e condannata a diciotto anni di reclusione per attività sovversiva, ne trascorrerà otto detenuta tra il carcere delle Mantellate a Roma e quello di Perugia, poi fu mandata, come confinata, sull’isola di Ventotene. Quel processo che la condannò durò solo venti minuti, un processo-farsa, su cui ancora oggi non si è fatto luce.

Da Ventotene scriveva : “Stavo ore ed ore a respirare l’aria di mare come un affamato che ritrova il cibo dopo tanti giorni di digiuno”.

Un giorno, mentre con altre donne sta raccogliendo l’acqua del mare per ricavarne il sale, i bombardamenti colpiscono il postale che, due volte a settimana, portava cibo, lettere e giornali sull’isola. Contemporaneamente arriva la notizia dell’arresto di Mussolini. Adele può così lasciare l’isola e ritornare a Roma. Ma lei, come ex carcerata ed ex confinata, è tenuta sotto stretto controllo della polizia. Inizia a nascondersi tra i boschi di Frosinone, poi riesce a rientrare nella capitale e si aggrega al “Comando militare della Terza Zona”: le riconosceranno il grado di Capitano.

Adele fu molto attiva nei “Gruppi di difesa della donna”. In quel periodo si era costituita una rete di lavoratrici, dalle operaie della Manifattura Tabacchi alle impiegate della Biblioteca Nazionale, che lottarono, a rischio della propria vita, contro il Fascismo. Ad esempio, le lavoratrici delle Poste intercettavano e bloccavano le lettere dirette ai comandi fascisti e nazisti, per indicare e arrestare “i sovversivi”. Con questo stratagemma, quelle donne lavoratrici, riuscivano ad avvertire gli interessati e quindi salvarli da sicuri arresti. Adele, insieme alle studentesse liceali e universitarie, si recava di notte a scrivere sui muri. Iniziò inoltre una raccolta fondi per le famiglie dei dissidenti al regime.

Roma era una città resistente. Nella Primavera del 1944 iniziarono gli assalti  delle donne ai forni autorizzati a panificare per i tedeschi: molte di loro perderanno la vita. Era questo il clima in cui si muoveva e combatteva Adele. Dopo la sua elezione all’Assemblea Costituente fu anche, nel 1948, nominata senatrice di diritto per meriti antifascisti. E’ stata, inoltre, Responsabile della Commissione Nazionale della C.G.L.

Sempre sensibile alle problematiche del mondo femminile, si impegnò per migliorare le condizioni carcerarie delle donne e per dare più diritti alle lavoratrici. Adele fu un’antesignana del rispetto del linguaggio di genere, non usava il maschile inclusivo e si definiva orgogliosamente Senatrice. Nel 1972 fu nominata consigliera nazionale dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti.

E’ morta a Roma nel 1976. Un suo profilo scritto da Renata Borgato si trova nell’Enciclopedia delle Donne on line. Alcune strade, in Italia sono a lei intitolate, tra cui una a Cesena ed una a Cantiano suo paese di origine.