la donna che organizzava i “treni della felicità”, di Ester Rizzo

La donna che organizzava i “Treni della felicità”

Tra le Madri Costituenti ne abbiamo avuto una nata e cresciuta in Tunisia: Nadia Gallico Spano. Anche lei fu osteggiata nel suo percorso politico e in un’intervista dichiarò: ”Ero comunista, quindi perversa e libertina, dunque mi si doveva evitare, ero una tunisina negroide quindi non mi si doveva dar retta”.

Nadia era nata a Tunisi il 2 Giugno del 1916 da una famiglia laica di ebrei emigrati che risiedeva lì dalla prima metà dell’Ottocento. La madre, tunisina di origine toscana, fu una delle prime donne laureate in Africa del Nord.

Terminato il liceo, Nadia si iscrisse in Farmacia ma fu costretta a interrompere gli studi per lo scoppio della guerra. In Tunisia si sposò e si iscrisse al Partito Comunista impegnandosi attivamente nella Resistenza al nazifascismo. Fu arrestata ma insieme al marito riuscì a fuggire e raggiungere l’Italia.

Nel 1944, durante la guerra, venne inviata in Sardegna dal Partito per fondare le sezioni femminili del PCI. Girerà l’isola senza risparmiarsi, paese per paese. Con la Liberazione iniziò ad occuparsi dei problemi delle donne che vivevano ai margini della società, soprattutto nelle borgate e nelle periferie. Fu fondatrice dell’U.D.I. (Unione Donne Italiane) e del settimanale “Noi Donne”, fu attiva nella presidenza dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti.

Dopo l’elezione all’Assemblea Costituente, in una seduta del 25 luglio 1946,  così intervenne: “L’Assemblea Costituente, interprete della giustificata attesa popolare, chiede al Governo di voler estendere l’assegnazione del premio della Repubblica alle vedove di guerra ed alle mogli dei prigionieri, nella misura di lire tremila, come manifestazione di solidarietà per le durissime condizioni di vita in cui versano queste donne con le loro famiglie e che le pongono fra le più colpite e misere categorie della Nazione”.

Ed ancora lei in un’intervista: Sapevamo che la condizione giuridica e sociale della donna italiana era tra le più arretrate d’Europa. Il fascismo l’aveva aggravata umiliando perfino la concezione della maternità…le deputate pensavano che la Costituente fosse un’occasione da non perdere per sancire l’uguaglianza tra i sessi…dovevamo quindi batterci unite per superare le resistenze…vigilare per cancellare ogni posizione di inferiorità e affermare i diritti di libertà e di uguaglianza, guardando avanti il più possibile, lasciando la porta aperta alle conquiste future”.

Nadia fu prima firmataria di 26 progetti di legge. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse divulgando in tantissime scuole italiane i valori della Costituzione.

Una sua bellissima iniziativa, insieme ad altre attiviste, fu quella di organizzare, in collaborazione con il Comune di Roma, i “Treni della felicità” che trasportarono 70.000 bambini delle zone del centro e del sud Italia più colpite dalla guerra per portarli a vivere, per alcuni mesi, nelle province del nord dove erano generosamente accolti dalle famiglie locali che sentivano il dovere di educare ai valori della solidarietà i propri figli.

A posteriori pensiamo che questa sia stata la più bella delle sue attività, ed oggi, forse, dovremmo vergognarci di aver smarrito questo valore e anche di aver taciuto e non divulgato questo evento voluto fortemente da una donna.

Nadia Gallico Spano è morta a Roma nel 2006.  Non risulta che a lei sia intitolata una strada o una targa commemorativa.

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