taking charge, di Loredana De Vita

https://writingistestifying.com/2022/02/27/taking-charge/

Non ho parole dinanzi a tanta assurdità, non resta che farsene carico.
Farsi carico di quegli occhi pieni di lacrime, delle case e delle strade sventrate dai missili come dalla cecità degli insulsi.
Già, ma che significa “farsi carico”? In fondo è un peso che non porto sulle mie spalle, che non mi coinvolge fisicamente… sembra, soltanto sembra.
Quanto e a che cosa serve il mio coinvolgimento interiore?
Il mio impegno è solo nella parola, nel cercare di esprimere il dolore condiviso, per quanto non lo stesso dolore di chi vede piovere missili sulla propria città e schegge di vuoto nel cuore e nello sguardo lacerati dall’impotenza.
Perché? Ma perché una persona deve alzarsi il mattino e scoprire il proprio mondo capovolto, rovesciato, scavato fin nelle più piccole cellule del proprio esistere?
Perché? Ma perché una persona che magari a costo di sacrifici. rinunce ha costruito il proprio nido, il lavoro, un barlume di futuro, deve ora alzarsi al mattino e trovare che tutto è distrutto e ritrovarsi una volta ancora circondato dalle macerie?
Voglio la pace per tutti. Per costruirla sarebbe necessario che gli aggressori si guardassero con gli occhi degli aggrediti senza riuscire a riconoscersi in quella violenza che gli è stata comandata e per questo ABBANDONARLA.
Costruire la pace significa avere coscienza e agire secondo coscienza.
Costruire la pace vuol dire imparare a indossare la vita dell’altro e reciprocamente ricucire gli strappi con il filo prezioso della comunità e della condivisione.
Costruire la pace significa smettere di guardare agli altri come possibili nemici e a se stessi come eroi del potere standardizzato.
Costruire la pace significa smettere di parlare di noi stessi e degli altri con quelle denominazioni geografiche e territoriali che usurpano il bene dell’umanità e che sono solo casi e coincidenze fortuite, poiché nessuno può scegliere entro quale confine nascere.
Costruire la pace significa dare voce alla “persona”, qualsiasi l’origine e la locazione, il credo o la fede politica, la cultura o l’orientamento.
Costruire la pace è ampliare gli orizzonti e il confine del senso e del senno per ritrovarsi nella comune umanità, non per dare adito a violenza e dolore ulteriori rispetto a quelli che il quotidiano naturalmente riserva a ciascuno.
“Farsi carico” è, allora, non voltare la faccia dall’altra parte come se non ci riguardasse quello che accade; è evitare buonismi e perbenismi che lasciano ciascuno avvinghiato solo alla propria ragione e realtà; è vivere l’attesa della risoluzione con lo stesso spasmo ed empito di vita di chi ora sa di poter morire.
Per me, che scrivo, è continuare a dare voce alle voci, al senso e urlare forte il mio dissenso contro questa guerra e ogni guerra.
NO WAR NOWHERE!